Il Consiglio comunale è iniziato con il minuto di silenzio richiesto dal consigliere Agostino Vastante per «i tre carabinieri caduti nell'adempimento del proprio servizio»; il fatto è avvenuto oggi a causa di un'esplosione avvenuta durante lo sgombero di un casolare a Castel D'Azzano.
A seguire è stata la domanda posta dal consigliere Michele Redaelli in merito alle comunicazioni fatte dal Presidente del Consiglio comunale Enzo Belloni sul prelevamento dal Fondo di riserva nella scorsa assise. A rispondere è stato l’assessore al Bilancio Riccardo Pozzi: «Come già comunicato nei precedenti consigli comunali, si è resa necessaria una verifica della parte dei componenti lignei del boccascena del Teatro Rossini. Durante i controlli, eseguiti anche tramite un’impalcatura collocata nel palco, è emerso che erano necessari degli interventi anche alle altre decorazioni in legno presenti nel Teatro, quindi in tutta la parte perimetrale interna. È la stessa tipologia di operazione che non è più quindi puntuale ma diventa lavoro di restauro e di risanamento più esteso che riguarda tutte le decorazioni lignee poste nella copertura interna del teatro».
MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
La prima mozione discussa, a firma dei capigruppo di maggioranza Mattioli, Bernardi, Tomassoli, Lugli, Fabbri, Vastante e Mariani, è stata quella sui “Tagli agli enti locali derivanti dalla legge di Bilancio 2025-27", ad illustrarla è stata la consigliera Mattioli: «La Legge di Bilancio 2025-2027 ha previsto una serie di tagli significativi alle risorse destinate agli enti locali e alle Regioni, con un impatto diretto sulle capacità di programmazione e realizzazione di spesa corrente e investimenti pubblici, già gravemente compromesse a causa delle difficoltà finanziarie post-pandemia. I Comuni stanno affrontando una difficile situazione economica e finanziaria, aggravata dalla necessità di rispettare le normative europee, dalle minori entrate fiscali e dalle limitate risorse a disposizione per interventi sul territorio, essenziali per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e per il rilancio dell’economia regionale. Si chiede quindi al sindaco e alla giunta di promuovere un’azione di sensibilizzazione e sollecitazione nei confronti del Governo nazionale e del Parlamento affinché vengano rivisti i tagli previsti agli enti locali, con particolare attenzione alla sofferenza sulla spesa corrente e ai tagli progressivi previsti. Chiediamo anche l’apertura di un tavolo di confronto con il Governo e con il Parlamento per rivedere la distribuzione delle risorse per gli anni successivi al 2025, assicurando che le Regioni, le Province e i Comuni non siano penalizzati da tagli che compromettono la qualità dei servizi e la capacità di investire sul futuro. Infine si chiede, tramite il documento, di sostenere, nell’ambito delle politiche fiscali nazionali ed europee, la necessità di rivedere la gestione dei trasferimenti agli enti locali, per favorire una maggiore equità nella distribuzione delle risorse e per garantire che le Regioni, le Province, i Comuni e Anci possano operare con risorse adeguate alla crescita e al benessere delle loro comunità».
Gli interventi
Boresta: «La mozione su presunti tagli è inveritiera sia nelle premesse, sia nelle conclusioni. Attribuire responsabilità al Governo Meloni in merito a questi tagli significa fare un’affermazione intellettualmente disonesta e che contrasta, dal punto di vista meramente tecnico, con i dati reali». «Fa specie pensare che, negli anni precedenti all’attuale Governo, tra il 2012-2017, quando furono sottratti ai Comuni 6 milioni di euro, non ci fu nessuna levata di scudi a difesa degli enti locali. Come non ci fu neanche durante la spending review informatica del Governo Conte».
Alessandroni: «Un anno fa le forze d’opposizione sollecitavamo un cambio di passo rispetto agli annunciati tagli ai trasferimenti verso le Regioni e verso i Comuni. E oggi siamo davanti allo stesso scenario: sembra di assistere alla storia di Robin Hood al contrario. Rischia di aumentare disuguaglianze e ridurre servizi essenziali alle comunità locali in momento critico dal punto di vista economico e sociale». Poi, «Per il 2025 il Comune di Pesaro avrà minori risorse per 3,3 milioni di euro, tagli destinati a crescere negli anni successivi. Inoltre, dal mese di marzo, abbiamo assistito a ulteriori sottofinanziamenti, come dimostra la riduzione del rimborso agli enti locali per la quota per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Nel dettaglio parliamo di circa 1 milione di euro di minori trasferimenti statali».
Malandrino: «Visto che qui piace dare i numeri, un po’ vorrei darne anche io per quanto riguarda la sanità: il governo Monti tagliò 17miliardi; il governo Letta 8miliardi; il governo Renzi 15miliardi; quello Gentiloni tagliò 4miliardi; Conte, 6miliardi; Draghi tagliò 3miliardi. Dal 2012 (governo Monti) al 2021 (governo Draghi) sono stati chiusi 120 ospedali, 130 pronto soccorso, si sono persi 37mila posti letto e 29mila operatori sanitari. Si è creata una vera e propria emergenza sanitaria che ha spinto il governo Meloni ad aumentare gli investimenti relativi sulla sanità, di un miliardo nel 2023, di 2miliardi nel 2024. Inoltre si prevede un aumento di investimenti di 8 miliardi dal 2022 al 2026. Rimanendo, invece, sui numeri più recenti del 2024: 30miliardi sono le risorse che il Governo ha investito in sanità, salari e incentivi al lavoro, mentre, 38miliardi, è il costo relativo al super bonus 110 solo per il 2025, destinato ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni. Magari ci fossero più risorse da investire, ma il Governo attuale ha dovuto anche fare i conti con i lasciti».
Marinucci ha detto, rivolgendosi a Mattioli: «Se avesse presentato l’urgenza, spesso utilizzata in maniera opinabile, la sua mozione sarebbe arrivata prima in aula». Nel merito ha sottolineato: «Che i tagli ci siano è veritiero, ma il bicchiere va visto mezzo pieno. Se i soldi vengono spesi “alla leggera” i tagli possono servire a ricordare agli amministratori il loro dovere di essere parsimoniosi, oculati e attenti con il denaro pubblico».
Bernardi: «Abbiamo ammesso che i tagli ci sono» ha esordito, per poi aggiungere: «Ogni ente locale ha fatto delle razionalizzazioni e delle migliorie nella gestione del servizio. Ma quando si tagliano dei fondi agli enti locali, l’organismo più di prossimità dei cittadini, occorre ricordarsi che è fare una scelta, lecita, ma a cui corrispondono delle responsabilità». Poi, «Oltre a ritrovarci 3,7milioni in meno nel bilancio comunale», «ricordo che la scelta del Governo è stata quella di tagliare la spesa nella parte corrente a quei Comuni che avevano intercettato più finanziamenti Pnrr. Mi domando: con che soldi pensano si possa completare i cantieri?».
Palazzi: «Mi soffermerò su una questione che, a mio avviso, soprattutto per via del mio incarico, è gravissima: quella relativa al Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA). Scelte che mettono in difficoltà il bilancio di questo Comune, con tagli (di 200mila euro per il solo Comune di Pesaro) denunciati in modo unanime da tutte le amministrazioni locali italiane, di tutte le parti politiche. Contrarietà è stata espressa anche da Anci, che neanche un mese fa ha richiesto con urgenza una soluzione prima del dissesto nazionale. Arrivano tagli che lasciano il nostro Comune senza appoggio economico per le questioni sociali. Paradossale come le buone prassi portate avanti da Pesaro vengano, nella realtà, punite».
Redaelli: «Questa mozione è una protesta sterile contro il Governo Meloni, che arriva con quasi un anno di ritardo e che diventa buona per il prossimo Bilancio di previsione. All’interno non ci sono proposte, se non tavoli di confronto con Governo e altri Comuni. Rispetto alla ripercussione sul Comune di Pesaro replico con alcuni aspetti. Come la bugia che il Fondo anticrisi sarebbe stato rimpolpato; i tagli annunciati da Biancani non si vedono; poi i numeri, la scelta dell’Amministrazione Biancani di aumentare le tasse di 2,5 milioni, a fronte dei tagli di 1 milione».
Andreolli: «Non si sta inquadrando il problema nella sua struttura complessiva. Stiamo parlando di una misura di una legge finanziaria che non va sul Comune di Pesaro. È un tipo di protesta che è molto più concentrata su Pesaro rispetto ad altre località». «La fine del Patto di stabilità dava ai Comuni molto più libertà nella parte degli investimenti ma, allo stesso tempo, richiedeva loro di dare vita a una ristrutturazione della parte corrente per renderla più sostenibile, nel lungo periodo, in una logica di contrazione. Una cosa che, dal 2017 in poi, a Pesaro non è avvenuta, anzi la spesa è aumentata».
L’assessore al Bilancio Riccardo Pozzi ha riportato il parere della giunta: «Nel dibattito alcuni consiglieri mettevano in discussione i tagli, che invece sono messi “nero su bianco” nella finanziaria». L’assessore ha parlato delle «Inevitabili scelte che l’amministrazione deve fare per far fronte a tagli esistenti e riportati nell’allegato da 80 pagine della Legge di bilancio. Quello che fa specie è in parte il fatto in sé, ma soprattutto sono gravi le modalità con cui sono stati decisi i minori trasferimenti ai Comuni. Il Governo ha imposto tagli a quegli enti più virtuosi, meglio in grado di intercettare finanziamenti Pnrr per intraprendere in parte la ristrutturazione di cui parlava il Consigliere ma anche e soprattutto per fare nuove scuole, asili, nuovi servizi che oggi hanno bisogno di nuovo personale, di costi per sostenere pacchetto welfare che questa città vanta con orgoglio e che vuole mantenere. Lo stato decide di tagliare proprio quei trasferimenti che servono a garantire questi servizi. È questo è il fatto nuovo e grave». L’assessore ha parlato poi di un altro aspetto a cui deve far fronte il Comune «Il Comune così come le famiglie devono far fronte agli aumenti esponenziali di tutto. Che si riversano nei giusti rinnovi dei contratti dei lavoratori (dipendenti pubblici e delle cooperative), dell’energia, l’impazzimento dei prezzi». Pozzi porta un esempio: «In 5 anni il costo di una strada è raddoppiato. Questa è la difficoltà che i Comuni hanno per sostenere il welfare, le manutenzioni e per portare avanti investimenti che porteranno a un miglioramento della qualità dei servizi che vogliamo». «Speravo che questo appello potesse partire in maniera unitaria, rispetto a quello che ha fatto Anci e numerosi sindaci rispetta a una difficoltà che tocca tutti i Comuni. Mi sembra di capire che non sarà così, peccato, è un’occasione persa» ha concluso Pozzi.
Dichiarazioni di voto:
Rocchi: «Come abbiamo visto, i comuni e gli enti locali stanno affrontando una difficile situazione economica e finanziaria, e si vedranno ridurre significativamente fondi per gli investimenti e per le manutenzioni. Per questo, il nostro gruppo voterà favorevolmente, per sollecitare azioni di sensibilizzazione chiediamo vengano rivisti i tagli previsti. Importante è aprire un tavolo di confronto tra stato, regioni ed enti locali per la ripartizione dei fondi in modo equo».
Redaelli: «Voto contrario. La mozione non ha nulla a che vedere con un miglioramento della situazione degli enti locali».
Marinucci: «Giusto chiedere maggiori risorse, ma prima occorre guardare in casa propria».
Perugini: «Una mozione molto attuale, questo testo non aveva velleità nei confronti del governo Meloni. Sono testi che abbiamo sempre presentato, anche durante i governi di centro-sinistra».
Marchionni: «Una narrazione abbastanza confusa, dopo un anno si discute su poca sostanza. Emerge una mancanza di visione, i colleghi hanno dimostrato che le risorse mancanti sono meno di quelle denunciate e che si sarebbero potute recuperare se l’Amministrazione avesse agito in maniera più oculata».
Lugli: «Voto favorevole del Movimento 5 Stelle. Chiediamo al sindaco di farsi carico di una necessità che è evidente a tutti».
La mozione è stata approvata con 21 favorevoli e 10 contrari.
Si è poi passati alla mozione sulla "Revisione dei regolamenti comunali per il commercio”, a firma del consigliere Dario Andreolli, che ha spiegato: «Premesso che il Comune di Pesaro disciplina le attività commerciali attraverso diversi regolamenti, che sebbene finalizzati a garantire uno sviluppo ordinato e armonico delle attività economiche, possono contenere vincoli e disposizioni che, in alcuni casi, ostacolano la nascita di nuove imprese e il rilancio del commercio locale», continua: «Si chiede di avviare una valutazione approfondita degli attuali regolamenti comunali in materia di commercio, occupazione di suolo pubblico e decoro urbano, al fine di individuare eventuali criticità e proporre modifiche mirate alla loro semplificazione. Ancora di predisporre un tavolo di lavoro, coinvolgendo la commissione consiliare competente, le associazioni di categoria e gli operatori economici in un percorso partecipato per raccogliere suggerimenti e proposte utili alla revisione normativa. E valutare con attenzione la revisione dei vincoli normativi che limitano l’apertura di pubblici esercizi alimentari in alcune zone dove ora sono vietate, garantendo un equilibrio tra le esigenze commerciali, la tutela del decoro urbano e il rispetto della residenzialità. Infine di impegnare l'assessorato di competenza a predisporre un report annuale da presentare al Consiglio Comunale che valuti l'efficacia delle azioni predisposte dall'amministrazione comunale nell'annualità precedente, al fine di poterne valutare l'efficacia».
Gli interventi
Bartolomei: «Insieme ai colleghi di Forza Italia avevamo presentato una mozione sulla crisi del commercio in città, a seguito della notizia uscita in primavera sui giornali. Anche noi chiediamo un tavolo tecnico insieme alle associazioni e commissione consiliare, abbiamo a cuore il commercio, anima della città».
Boresta: «Problema allarmante. Pesaro non è stata immune dal fenomeno della chiusura negozi storici che fa perdere pezzi del nostro tessuto produttivo e della identità cittadina. Il fenomeno è causato da un’eccessiva burocratizzazione e fiscalizzazione e da politiche locali non adeguate. Il problema non ha riflessi solo economici ma anche sociali». Sulle iniziative dell’Amministrazione: «Ben vengano i bandi per la defiscalizzazione o per dare incentivi a chi occupa locali sfitti ma credo sia necessario che siano accompagnati da misure economiche adeguate per far sì che non si traducano in forme di propaganda ma in sostegni concreti alle attività».
Tommasoli: «Intelligente parlare di questi temi, ma vanno affrontati con persone che possono dare spunti. Non possiamo negare che il commercio on line è aumentato e che la popolazione che invecchia ha molte meno esigenze rispetto ad una popolazione giovane che è più portata alla spesa».
Redaelli: «Un tema che riguarda tutti i comuni, borghi e quartieri. Le difficoltà delle piccole attività è strutturale e non vogliamo tirarci indietro. Dobbiamo certificare che in passato ci sono stati dei tentativi, ma che non hanno sortito effetti positivi».
Marinucci: «Andreolli ha portato alla luce un grosso problema con diverse concause. Il mondo sta cambiato ma è importante che chi amministra sostenga non solo a parole, ma anche nei fatti, le attività. A Villa Ceccolini ha aperto da poco un piccolo negozio e sono molto felice di questo; meno di quelle dei supermercati». All’assessora Frenquellucci ha detto: «Sicuramente il saldo delle aperture rispetto alle chiusure delle attività commerciali è positivo a Pesaro ma questo non riguarda le edicole che stanno sparendo».
Lugli: «Le attività vanno sostenute e questa è la strada percorsa dal Comune. L’assessora Frenquellucci non è criticabile, abbiamo un saldo positivo tra aperture e chiusure, pur in un momento generale drammatico».
Il sindaco Andrea Biancani: «Ringrazio per la mozione, l’aula deve essere un momento di confronto per cercare di migliorare sempre di più e trovare soluzioni positive per la crescita della città. Voglio ricordare il lavoro fatto, perchè stiamo facendo investimenti molto importanti in centro storico.
Dai cantieri in corso dei contenitori che ospiteranno attività, come ad esempio Università. Ai soldi investiti per l’accoglienza ed eventi non solo per la stagione estiva, ma per l’intero anno. Poi ancora il tema dei parcheggi intorno al centro, insieme a Pesaro Parcheggi stiamo lavorando a progetti che servono per garantire una sosta più ordinata e accessibile. La sostenibilità, con le navette gratuite che portano i cittadini in centro storico dal parcheggio San Decenzio, e le piste ciclabili». Poi un focus su piazzale Primo Maggio: «Un’idea che andrà approfondita con le associazioni, commercianti e residenti». Infine il sindaco ha ricordato l’importanza di ciò che l’Amministrazione ha fatto a sostegno delle attività già esistenti, nei borghi e Quartieri meno centrali.
L’assessora alle Attività economiche Francesca Frenquellucci per la giunta: «Sul Regolamento del 2022 ricordo che è stato votato all’unanimità dal Consiglio comunale. Il documento non limita le vie secondarie del centro storico, né la presenza del food nel cardo e nel decumano. Le vie dove insistono diversi luoghi culturali che vanno valorizzati come fatto come prevedono regolamenti similari adottati da altri Comuni d’Italia. Su richiesta delle associazioni di categoria, si è scelto di adottare un documento specifico per il centro storico che tenesse conto delle attività commerciali legate alle tradizioni della nostra città. Questo non significa che il Regolamento vieta l’apertura di una pizzeria in piazza del Popolo com’è stato detto da alcuni consiglieri. Possono esserci anche dei bar o ristoranti con delle sedie, com’è riporta l’elenco dei codici Ateco inserito nel Regolamento». Ha aggiunto, sulle chiusure: «Il dato fornito dalla Confcommercio sulle chiusure non era reale; lo ha riportato lo stesso consigliere Andreolli citando che i numeri erano falsati dal periodo preso in considerazione (prese in considerazione solo attività in chiusura negli ultimi 12 anni). Pesaro ha avuto una crescita nel periodo tra il 2020 al 2024, ma le imprese, le attività davvero in difficoltà. Bisogna abbassare la tassazione e il costo del lavoro che però non sono politiche che fa un Comune, ma di competenza nazionale. Lo dicono anche i dati regionali, le Marche sono tra le peggiori sulla perdita di attività commerciale». Sul tavolo anticrisi, «Nel 2020 il Comune è stato il primo a istituirlo insieme ad associazioni di categoria enti preposti e anche in quel caso siamo riusciti a sbarcare il lunario pur essendo in una situazione drammatica. Abbiamo lavorato con riunioni con 140 enti collegati online. Oggi non abbiamo una pandemia, ma una crisi economica dovuta a delle politiche regionali e nazionali che stanno uccidendo il ceto medio». Frenquellucci ha poi evidenziato il problema, dell’indebitamento, «il Comune è andato incontro alle attività in difficoltà anche con piani di rientro. Abbiamo fatto diverse cose, e abbiamo aggiustato il tiro: ad esempio il bando rivolto alle attività già esistenti che si trovano nei borghi richiesto dal sindaco Biancani; abbiamo creato degli eventi, come quelli del giovedì estivi; da 3 anni sosteniamo i centri commerciali naturali con dei contributi; in Baia Flaminia abbiamo fatto un Regolamento condiviso con tutti gli interessati. È stato fatto un lavoro che ha guardato sempre le attività commerciali e le imprese per quanto possibile per le competenze di un Comune». Le attività hanno bisogno di aiuto e l’Amministrazione sta facendo tutto quello che può ma servono interventi da parte della Regione e del Governo altrimenti per quanto ancora le piccole attività -anche pesaresi- potranno arrivare a fine mese?».
Per dichiarazione di voto, Malandrino: «L’argomento è trasversale, interessa tutti. Quello che si chiede, e che dovrebbe essere nell’interesse di tutti, è quello di confrontarsi».
Andreolli: «Quando si presentano delle proposte che non hanno nulla di strumentale preferirei che fossero bocciate dignitosamente, piuttosto che divagare nella discussione. Nessuno ha risposto in merito alle proposte fatte».
Lugli: «Le cose che dice Andreolli sono anche condivisibili, ma il metodo no. Invece della mozione andava fatto un passaggio in Commissione. In questa mozione ci vedo un po’ di mestiere».
Bartolomei: «I dati citati sono frutto di uno studio, voto favorevole. Occupiamoci di più degli esercizi commerciali».
Montesi: «L’assessora ha ben chiaro le difficoltà dei commercianti, il cambio di visione degli acquirenti e l’Amministrazione ha cercato di andare incontro a questi cambiamenti con tanti provvedimenti adottati».
Dominici: «Il Comune ha fatto tutto il possibile per il sostegno alle attività. In altri ambiti, in Commissione, ci sarà modo di rivedere e confrontarsi sui regolamenti».
La mozione è stata respinta con 19 voti contrari, 10 voti favorevoli e 1 astenuto.
"Ridefinizione dei confini tra ATC PS1 E ATC PS2”, l’oggetto della terza mozione portata in aula dei consiglieri Montesi, Alessandroni, Marinucci e Malandrino, presentata da Montesi. Con la stessa, «Si chiede di sollecitare la Regione Marche a ridefinire i confini degli ATC (Ambito Territoriale di Caccia) nella provincia di Pesaro-Urbino includendo il territorio dell'ex Comune di Monteciccardo nell'ATC PS1». «Tanti cacciatori del nostro territorio sono costretti a versare le quote di due iscrizioni PS1 e PS2 – sottolinea il consigliere - raddoppiando le proprie spese. Evidenzio che il territorio della provincia ha perso anche quello rappresentato dai 9 comuni del Montefeltro e che il territorio PS1 si è notevolmente ridotto. In aggiunta ha spiegato che la mozione evidenzia l’anomalia del Comune di Pesaro che, avendo incorporato il Comune di Monteciccardo, chiede agli enti competenti –in particolare alla Regione- di attivarsi per sanare questa situazione».
Gli interventi
Malandrino: «Occorre ridisegnare i confini. Non parliamo di decidere se si è a favore o meno della caccia, ma di ridefinire i territori, perché gli Ambiti si occupano della gestione della fauna stanziale esistente. Alcuna, ad esempio composta dai cinghiali, sta facendo diversi danni. Anche la Regione ha cercato di metterci mano introducendo nuove norme nel Regolamento».
Marinucci: «Una mozione di buon senso. Sono nato vicino a Monteciccardo, se uno deve andare a caccia è ingiusto pagare una doppia tassa».
Bernardi: «Pieno sostegno alla mozione presentata da Montesi. Condivido diverse valutazioni fatte da Malandrino. La caccia, nel tempo, ha perso frequentatori, ha una funzione importante nella gestione della fauna selvatica soprattutto per quanto riguarda il tema dei cinghiali».
Lugli: «È una richiesta che appare inadeguata nel merito. La legge richiamata in premessa dal documento, attribuisce alla Regione la competenza di decidere nel merito. Sollecitare un’azione comunale su una questione di competenza superiore è inefficace e disperde energie e risorse in dibattiti fuori luogo». Poi: «Non posso tacere la mia opposizione alla caccia, una pratica anacronistica e incompatibile con i valori di tutela degli animali e della biodiversità. Ridefinire i confini per agevolare lo spostamento dei cacciatori significherebbe di fatto ampliare il prelievo venatorio su un territorio già fragile dal punto di vista ecologico».
Così il presidente del Consiglio Enzo Belloni: «Sono profondamente contrario alla caccia e non mi sento di votare una mozione che ne parla. Fortunatamente i numeri dicono che ci sono sempre meno giovani a praticarla, ma esprimo preoccupazione per il DL del Ministro Lollobrigida che avrà un’apertura molto forte verso i cacciatori».
La mozione è stata approvata con 21 favorevoli, 4 contrari, 1 astenuto.