Sabato 4 ottobre, alle ore 18.30, alla Chiesa del Suffragio, inaugura L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024, la personale di Michele Alberto Sereni a cura di Roberto Lacarbonara, che sarà visitabile fino al 16 novembre. L’esposizione è un approfondimento che nasce e si sviluppa dall’omonimo progetto editoriale (edito da Magonza) prodotto dall’associazione culturale Le Nuove Stanze di Arezzo e realizzato con il sostegno del bando Strategia Fotografia 2024 nell’ambito del “Piano strategico per lo sviluppo della fotografia in Italia e all’estero 2024-2026” attuato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei. In occasione dell’inaugurazione, verrà presentato il volume alla presenza dell’autore, dei curatori e dell’editore.
Con l’evento di Michele Alberto Sereni - e quello di Matteo Costanzo dal 3 ottobre alla Falegnameria di Palazzo Mosca - Pesaro celebra così la ventunesima edizione della Giornata del Contemporaneo (4 ottobre) manifestazione annuale promossa da AMACI.
Alla conferenza stampa erano presenti: Claudio Olmeda presidente Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive; per il Comune di Pesaro Anna Maria Mattioli presidente Commissione Cultura; Michele Alberto Sereni.
I saluti iniziali ad Anna Maria Mattioli che ha sottolineato il valore della mostra accolta nella chiesa del Suffragio, luogo della cultura ormai sede costante di eventi di grande qualità cui l’Amministrazione Comunale tiene molto: rinnovo la soddisfazione enorme di accogliere le opere di un artista come Sereni che si mette in comunicazione diretta con gli artisti ed è capace di entrare nell’opera in sintonia con chi l’ha creata esprimendo tanta emotività.
Così Claudio Olmeda: ringrazio Sereni per il suo lavoro e per le sue foto che sono vere e proprie opere d’arte capaci di dare sensazioni forti. Una mostra fatta di scatti da cui emerge l’interiorità: questa è la forza di Sereni. A nome della Pescheria ringrazio davvero l’artista.
Questa mostra è un omaggio a Pesaro, alla città in cui sono nato e vivo e che mi ha sempre accolto e sostenuto; se faccio questo mestiere lo faccio perché il Comune di Pesaro ha creduto in me: queste le parole di Michele Alberto Sereni che ricostruito il suo percorso in città partito con una mostra nel 1986 dedicata ad Alessandro Gallucci nel Salone Metaurense di Palazzo Ducale. E ha continuato: quando un artista lavora cerco di creare un clima in cui la sua concentrazione e la sua naturalezza possano venire fuori al massimo. Spesso, per fare un bello scatto, occorre scattare così tanto finché non avviene quella magia...Il mio naturale modo di procedere è mimetico, quasi camaleontico, ma ci sono ovviamente delle eccezioni, ovvero quando si vuole fare un lavoro “condiviso”, come nel caso della performance o di lavori a quattro mani.
Cosa rende artistica una forma, un oggetto? Come può lo sguardo andare oltre la rappresentazione e appropriarsi della sostanza immateriale di un’idea? Sono due questioni che attraversano interamente il lavoro di Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958). Perché quello che resta dell’opera d’arte - qualunque sia il suo linguaggio e la sua materialità - è sempre un’immagine, costruita e racchiusa nelle sue dimensioni spaziali e bidimensionali, capace di sollecitare l’osservazione e la riflessione al punto da superare la rappresentazione e farsi opera in sé.
Pesaro, la Pescheria e le Marche sono i primi ‘territori’ in cui Sereni ha praticato e frequentato la fotografia d’arte, grazie all’incontro e alla collaborazione con numerosi artisti italiani e internazionali con cui ha avviato un intenso percorso di crescita professionale che lo ha portato ad essere oggi uno dei massimi protagonisti del suo settore. Nella sua biografia - scrive il curatore Roberto Lacarbonara nel volume edito da Magonza (Arezzo, 2025) - c’è un incontro fondamentale, c’è un prima e un dopo Mattiacci. Nel 1996, con i primi scatti dedicati all’opera del maestro marchigiano, Sereni davvero “lascia tutto” - la fotografia di architettura, lo still life, la corporate photography, molte delle sue esplorazioni autoriali e amatoriali - per un’impresa che matura dapprima nei musei, accanto all’opera di maestri del passato, poi, con sempre maggior dedizione e perizia, accanto ad artisti contemporanei che ritrovano in Sereni un “fattore dialogante” (Icaro) che lega per sempre il gesto dell’artista col destino visivo dell’opera d’arte.
Attraverso i 17 scatti di grande formato presenti in mostra, è possibile addentrarsi nei dialoghi, nelle collaborazioni e nella complicità che il fotografo pesarese ha sviluppato con alcuni degli artisti maggiormente indagati nel lavoro di documentazione delle mostre e dei libri, nelle attività di studio e negli eventi pubblici. Un compendio di momenti consegnati alla storia, blindati visivamente nella struttura dell’immagine e nella perennità del suo valore storico, ‘ufficiale’.
Il celebre scatto che ritrae Jannis Kounellis nel gesto di lanciare un cappotto, a completamento e sigillo della sua installazione in Pescheria nel 2016; le tante fotografie dedicate a Paolo Icaro, alle prese con la produzione site specific delle opere ambientali; la solida presenza di Eliseo Mattiacci incastonato tra le forme dinamiche della scultura, i congegni di sollevamento, la tensione e la concavità delle superfici metalliche; la penombra di certe stanze in cui Gilberto Zorio dispone il gasbeton con il neon, dando forma plastica e geometrica alle sue sculture: sono momenti che la letteratura artistica contemporanea ha adottato per conferire all’immagine un valore altro, testimoniale e autoriale.
Accanto a questi quattro artisti, sodali nelle prime esperienze fotografiche degli anni Novanta, compaiono i gesti performativi e le opere di Giovanni Anselmo, Pino Spagnulo, Pier Paolo Calzolari - qui effigiato in una singolare “danza” con Achille Bonito Oliva - e i tanti autori delle generazioni successive: da Luigi Carboni a Matteo Fato, Goldschmied & Chiari, Jacob Hashimoto, Wolfgang Laib, Matteo Nasini, Marco Neri, Luigi Ontani, Sissi e Giovanni Termini.
Evento realizzato nell’ambito del progetto ‘Michele Alberto Sereni. L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024’ sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
BIO
Michele Alberto Sereni nasce a Pesaro nel 1958. Nel 1974 lavora come tecnico di stampa in camera oscura per lo sviluppo e la stampa del bianco e nero. Successivamente fa ricerca e sperimentazione nell’ambito della fotografia, lavori culminati nella collaborazione come fotografo di scena con la compagnia teatrale “Il Labirinto” di Pesaro e con la realizzazione di molteplici mostre. Nel 1987 apre uno studio fotografico a Pesaro ed inizia a lavorare come fotografo a livello professionale, negli ambiti dell’industria e dell’editoria. Per l’editoria, a partire dal 1989, collabora alla realizzazione e progettazione di cataloghi e monografie con istituzioni ed enti pubblici, come la Regione Marche, il Comune di Pesaro, i Musei Civici di Fano, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, il MUVE Fondazione Musei Civici Venezia, il Museo del Novecento a Firenze e la Galleria Nazionale dell’Umbria. Nel 1991 cura il coordinamento e la realizzazione del reportage fotografico per il PrixItalia della RAI svoltosi a Pesaro e Urbino. Nel 2004-2007 cura la catalogazione dei beni artistici dei Musei Civici e Casa Rossini dell’amministrazione comunale e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Dal 1992 collabora per la documentazione fotografica e video di mostre ed installazioni e la realizzazione di cataloghi con vari artisti come Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luigi Carboni, Matteo Fato, Marco Gastini, Jacob Hashimoto, Herbert Hamak, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, David Medalla, Marco Neri, Giulio Paolini, Luigi Ontani, Paolo Serra, Pino Spagnulo, Ettore Spalletti, Giovanni Termini, Giuliano Vangi, Gilberto Zorio. Dal 1992 collabora con la galleria Franca Mancini, Pesaro. Dal 2002 lavora con la galleria Studio la Città di Verona e collabora con numerose gallerie quali: Triebold, Basilea; Niccoli, Parma; Spiralearte, Milano; galleria Lorenzelli, Milano; Pack, Milano; Fonte d’Abisso arte, Milano; Tonelli, Milano; Building, Milano; Lorenzo Ronchini, Londra; Continua, San Gimignano; Otto Gallery, Bologna; Fabio Tiboni, Bologna; Fabj-Basaglia, Rimini; galleria Massimo Minini, Brescia; Michela Rizzo, Venezia; Oredaria, Roma; Renata Fabbri, Milano; P420, Bologna; Maggiore, Bologna; Poggiali, Firenze-Milano; Vannucci, Pistoia; Il Ponte, Firenze; Lia Rumma, Napoli-Milano; Alfonso Artiaco, Napoli.
MICHELE ALBERTO SERENI. L’OPERA IN SÉ.
Fotografie e ritratti d’artista dal 1990 al 2024
a cura di Roberto Lacarbonara
Chiesa del Suffragio/Centro Arti Visive Pescheria, corso XI settembre 284, Pesaro
5 ottobre - 16 novembre 2025
Inaugurazione sabato 4 ottobre ore 18.30
orario venerdì - domenica e festivi 16 - 19
ingresso con card Pesaro Musei/biglietto singolo; gratuito fino a 18 anni, studenti del Conservatorio Rossini e possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro
info 0721 387541 www.pesaromusei.it