Un ponte culturale tra Africa e Italia, Bambu promuove uno scambio fondato su rispetto e reciprocità, ispirandosi al pensiero di Ngugi Wa Thiong’o. Non solo spettacoli, ma un modello sostenibile di cooperazione artistica, tre assoli molto diversi che danno conto di come i linguaggi del teatro contemporaneo occidentale si stanno innestando e arricchendo attraverso l’incontro con le diverse culture tradizionali e con i problemi sociali e politici che gli artisti africani, e non solo loro, si trovano ad affrontare nella loro quotidianità.
Un voyage autour de mon nombril è la coreografia firmata da Julie Iarisoa che denuncia l’ingiusta difficoltà di viaggiare per i cittadini malgasci ma è anche il tentativo di rispondere a questa situazione. “Se per noi è difficile viaggiare da un Paese all’altro o da una città all’altra, approfittiamo dell’opportunità di viaggiare all’interno di noi stessi”. Con questo assolo, Julie Iarisoa affronta uno dei temi più urgenti: la solitudine dell’isolamento. L’isola diventa metafora della condizione umana. In un palcoscenico disseminato di barchette di carta – echi tragici delle traversate di cui si parla ogni giorno – appare un corpo immobile che, in una lenta tensione, si elettrizza, per poi esplodere in movimenti sempre più intensi. In questo flusso, danza e musica si fondono fino al parossismo, al ternando momenti di frenesia a sospensioni cariche di respiro, tra speranza e disillusione.
Naka tša go rwešwa di Humphrey Maleka parte dalla parola “scoperta”, le “scoperte” fatte dagli stranieri in Africa e dalla violenza simbolica e concreta con cui, dopo tali scoperte, venivano imposti nuovi nomi a persone, luoghi e oggetti. Nomi che intendevano cancellare storie, significati, identità.
In Chute Perpetuelle Aziz Zoundi rivela quel momento fragile in cui si fanno delle scelte di vita e bisogna affrontarne le conseguenze. In Burkina Faso, diventare un artista è molto difficile, soprattutto in una famiglia che osteggia apertamente questa strada. Solo una zia ha sostenuto Aziz: per lui è stata un pilastro, una fonte di forza e speranza lungo tutta la sua formazione. La morte di questa zia ha dato origine al lavoro, che diventa gesto di cura e memoria. Un tentativo di elaborare il dolore, portando sulla scena la cicatrice di quella “caduta”.
Informazioni: Teatro Sperimentale 0721 387548, AMAT 071 2072439, biglietterie circuito vivaticket, Chiesa della Maddalena 334 3193717, dalle ore 20 del giorno di spettacolo. Inizio spettacolo ore 21.