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Palazzo Almerici

Il palazzo viene commissionato da Annibale degli Abbati Olivieri e progettato da un architetto della scuola di Giannandrea Lazzarini (forse Tommaso Bicciaglia); matura la sua forma attuale nella seconda metà del XVIII secolo. Passato di proprietà ai conti Almerici e poi alla famiglia Mamiani, è infine acquistato dall’Amministrazione Comunale nel 1884; dal 31 luglio 1892 diventa sede della Biblioteca e dei Musei Oliveriani. Rappresenta una delle strutture architettoniche più importanti del settecento pesarese grazie ad una serie di elementi: grande portale, scalone marmoreo monumentale, stucchi, cicli pittorici e affreschi all’interno, un vasto cortile su cui predomina un lungo ballatoio con elegante balaustrata.  

Dotati di uno spazioso caposcale, il primo e secondo piano risultano formati da vari ambienti intercomunicanti, quasi tutti impreziositi da soffitti a padiglione lavorati a stucco bianco e da pareti interrotte da ampi riquadri e decorative lesene. Soltanto due del piano nobile conservano ancora una serie di dipinti a tempera: la “sala dei manoscritti o del mappamondo” (già “Galleria”) ha il soffitto con un ciclo pittorico dipinto dall’urbinate Carlo Paolucci (1738-1803) - uno dei migliori allievi di Lazzarini - che raffigura le dodici costellazioni dello zodiaco astrologico, le quattro stagioni, il Sole e la Luna nelle sembianze di Apollo e Diana, i solstizi d’estate e d’inverno.

Di difficile attribuzione è invece la decorazione di quattro riquadri intervallati da pitture a grottesche, presenti sul soffitto di una piccola sala adiacente a quella dei manoscritti che raffigurano le quattro parti del mondo sino ad allora conosciute - Europa, Asia, Africa e America - rappresentate da altrettante figure femminili, probabilmente dovute ad un intervento dello stesso Paolucci.

via Mazza 97

proprietà Comune di Pesaro
gestione Ente Olivieri
modalità d’ingresso attualmente in ristrutturazione

ingresso gratuito

accesso disabili no

tel 0721 33344

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