Contenuto principale

Echi di esplorazioni, l’Etiopia oltre il tempo

Fino al 30 marzo allo spazio bianco di via Zongo 45, la mostra di Luigi Vigliotti a cura di Giancarlo Torresani che ripercorre iconograficamente la grande spedizione africana ottocentesca di Cecchi e Chiarini in chiave contemporanea, mantenendone lo spirito vintage

Dall’8 al 30 marzo, lo spazio bianco di via Zongo 45 accoglie la mostra di Luigi Vigliotti ‘Echi di esplorazioni, l’Etiopia oltre il tempo’ a cura di Giancarlo Torresani, che ripercorre iconograficamente la grande spedizione africana ottocentesca di Cecchi e Chiarini in chiave contemporanea, mantenendone lo spirito vintage.

L’esposizione propone le fotografie delle avventure africane di due grandi esploratori ottocenteschi: Carlo Cecchi (Pesaro 1849) e Giovanni Chiarini (Chieti 1849). Le immagini riprendono le pose ed i paesaggi degli anni della Grande Spedizione in Africa, mantenendone l’estetica e le inquadrature, riportandole nel contemporaneo.

Per il curatore l’evento offre una geniale ricerca iconografica, svolta con spirito ottocentesco nel rispetto del linguaggio visivo dell’epoca, che colloca perfettamente queste immagini analogiche (da diapositive a stampe fine-art anticate) nell’atmosfera di quella “Grande Spedizione” e nello spirito dei suoi protagonisti. Un singolare dispositivo documentaristico che, nel riprodurre gli immaginati sguardi esplorativi, unisce la bellezza formale al senso storico-dialettico dei fatti rivenuti nei diari. Un’indagine iconografica dove la forma e il contenuto non si assoggettano alle regole fisse ma ricorrono al cuore, all’umanità e alla ricchezza interiore del fotografo. Pur consapevoli che il trascorrere del tempo può aver modificato quei luoghi, a quel tempo osservati dagli esploratori Cecchi e Chiarini, i paesaggi e i volti delle persone fotografate da Luigi Vigliotti, le pose, le espressioni e gli atteggiamenti colti attraverso il suo obiettivo, sembrano appartenere al passato. Sguardi di un attento fotografo-ricercatore, che riescono a trasmetterci l’amore per quelle terre e per quelle persone. Ritroviamo in queste fotografie gli stessi tratti di allora, la posa, la dignità, la gioia, l’usura del tempo all’interno di un presente etnografico; foto che ci raccontano la storia di quella generazione, delle sue particolarità etniche, dimostrando che l’umanità è sempre identica. In una generazione come la nostra, dove troviamo ancora chi studia il passato, questi “sguardi” possono comporre un’altra lezione; un invito a guardare con attenzione oltre schermo sottile del tempo per vedere che l’uomo non cambia.”

Orario: venerdì - domenica  17 – 19, ingresso gratuito


Torna all'inizio