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Tari (Tassa sui rifiuti), Biancani: «Basta di fare cattiva informazione e distogliere l’attenzione dalle priorità»

«Dobbiamo individuare nuove soluzioni per cercare di frenare gli aumenti che non dipendono dai sindaci ma dall’incremento dei costi e dalla carenza di impianti». Il sindaco: «L’obiettivo dell’Amministrazione comunale è ridurre i rifiuti, aumentando qualità e quantità della differenziata» poi sottolinea che «I costi per i rifiuti a Pesaro non sono più alti delle altre città; il nostro è il Comune che meno ha aumentato la tariffa rispetto agli altri capoluoghi di provincia marchigiani»

«Associare gli aumenti della TARI agli investimenti di Marche Multiservizi, compresi i 3 milioni spesi per Riceci, è fare cattiva informazione, che non accetto, è lanciare messaggi populisti che distolgono l’attenzione e l’agenda politica dalla vera priorità: individuare nuovi impianti, a mio avviso anche una nuova discarica, per il conferimento dei rifiuti. È solo così che l’aumento della tassa non sarà ben oltre il 5%». Il sindaco Andrea Biancani interviene per chiarire i fattori da cui dipendono gli incrementi dei costi della Tassa sui rifiuti (che Pesaro ha aumentato nel 2024 del 3,6%, meno di tutti gli altri comuni capoluogo di provincia marchigiani).

«Fare chiarezza è doveroso per far comprendere ai cittadini le necessità del territorio e soprattutto quali saranno le conseguenze delle mancate scelte e dei continui “no” su ogni soluzione proposta in tema di smaltimento di rifiuti, al di là di Riceci» dice il sindaco, che poi spiega: «Il costo della TARI (così come quello delle bollette dell’acqua) viene deciso dall’Autorità centrale (Arera) e deriva dalle spese vive che l’azienda ha per svolgere l’attività di gestione dei rifiuti (gestione delle discariche,  personale, strumenti, macchinari, etc). Costi che, come più volte ribadito, sono notevolmente aumentati – di pari passo all’inflazione - negli ultimi mesi e che ricadono sulle Amministrazioni pubbliche così come sui cittadini privati, in maniera trasversale». Al contrario, «le somme che MMS investe, comprese quelle per progettare un nuovo impianto a Riceci, più o meno condivisibili, derivano dagli utili che la stessa ha ricavato dalle attività che svolge a libero mercato (ad esempio quelle per la gestione dei rifiuti speciali delle aziende, che sono diverse da quelle legate allo smaltimento dei rifiuti dei cittadini su cui il margine di guadagno per chi gestisce il servizio – che sia MMS o qualsiasi altra azienda - è praticamente pari a 0. Utili che, essendo dei proprietari dell’azienda non potrebbero comunque essere utilizzati per calmierare gli aumenti). Associare gli investimenti degli utili all’aumento del costo della TARI è fare cattiva informazione, è puro populismo, è dare una comunicazione che distoglie l’attenzione dal vero problema che siamo chiamati – in primis l’amministrazione regionale – ad affrontare: la mancanza di impianti di recupero e smaltimento determinerà un incremento notevole della TARI a carico di cittadini e imprese. Oggi mediamente è del +5%; a breve, quando non avremo più discariche, la percentuale sarà di molto superiore perché dovrà “sostenere” i costi reali per lo smaltimento che dovremo fare fuori dal territorio». Biancani si domanda: «Non è forse questa la priorità?».

Quindi «Basta di lanciare messaggi che fanno ricadere le responsabilità sui sindaci, gli aumenti non dipendono dalle Amministrazioni comunali, che siano di destra o di sinistra». Continua Biancani: «Non entro nel merito della questione ma ho sentito tanti amministratori felici e contenti – quelli della Regione in particolare - per la risoluzione della “vicenda Riceci”. Un entusiasmo legittimo ma che vorrei ci fosse anche per dire qual è la soluzione, visto che i tempi sono più che scaduti. C’è un dibattito che non si è mai posto l’obiettivo di individuare e proporre una reale alternativa. Vorrei vedere la stessa voglia di correre e metterci la faccia anche quando si tratta di fare proposte, e che siano reali ovviamente. Occorre trovare una nuova soluzione per lo smaltimento dei rifiuti: le discariche del territorio sono praticamente esaurite. Fra 2 anni e mezzo saremo costretti a portare i rifiuti fuori regione, con un aumento dei costi obbligatorio ben superiore all’attuale 5%, che peserà sui singoli cittadini e non solo e che alla fine, paradossalmente, dovranno approvare i sindaci».

«Secondo voi - incalza Biancani rivolgendosi ai cittadini - saremo in grado di avere pronta una soluzione fra 2 anni e mezzo, vista l’incapacità della politica regionale? Secondo me no, ma mi auguro di essere smentito». Inoltre «quando gli aumenti delle tariffe saranno a 2 zeri, so già che in molti rimarranno nascosti nella macchia e che la responsabilità delle “non scelte” ricadrà sui sindaci, gli unici che rimarranno con il cerino in mano».

«Ho più volte avuto il coraggio di dire che il Piano di gestione regionale dei rifiuti non dà nessuna soluzione reale; neanche per il termovalorizzatore, che il Piano prevede ma che nessuno avrà la forza di dire dove fare. Stiamo praticamente andando a sbattere contro un muro, nella consapevolezza di chi, oggi, non propone alcuna soluzione». Il sindaco ricorda che l’aumento delle tariffe non riguarderà solo i privati ma anche le aziende: «Tutte le imprese spenderanno milioni di euro in più per portare i loro rifiuti speciali (che sono diversi da quelli pericolosi) derivanti dall’attività produttiva, fuori dalla nostra provincia. Ciò andrà a minare la competitività delle nostre aziende. E ricadrà su tutti».

«Come Amministrazione comunale di Pesaro – continua il sindaco – stiamo cercando di fare di tutto per capire come ridurre gli aumenti per i cittadini che, come già stato approvato dai Bilanci degli scorsi anni, saranno almeno del 5% per il 2025, per tutti i Comuni. Ma è necessario capire che possiamo rifletterci, oggi, solo perché abbiamo le discariche, altrimenti non avremmo possibilità neppure per ragionarci su».

Il sindaco dettaglia poi le voci di costi e aumenti della TARI, raffrontandoli tra quelli di Pesaro e degli altri Comuni capoluogo di provincia marchigiani perché, spiega «anche in questo caso occorre fare un’informazione corretta. Paragonare la spesa della tassa nelle varie gestioni non è rappresentativo della reale situazione, bisogna tener conto di diversi fattori (Pesaro ad esempio effettua gratuitamente la raccolta degli sfalci e del materiale Raee; inoltre è una città sul mare che deve quindi sostenere i costi collegati alla gestione dei rifiuti in spiaggia) che incidono sulle spese». Ad esempio, se si prende a riferimento l’Osservatorio Prezzi&Tariffe di Cittadinanzattiva su una famiglia di 3 componenti residente in un’abitazione di 100mq (sicuramente ben rappresentativa) nel 2024, la spesa per la TARI è di 295 euro (quella di Ancona è di 312 euro) di 10 euro superiore a quella del 2023 (che era di 285 euro) e segue la variazione del 3,6% (l’incremento più basso tra tutti i capoluoghi di provincia delle Marche, inferiore anche alla media nazionale che è del 5,7%) applicato dal Comune».

Il sindaco sottolinea come, «I costi per i rifiuti a Pesaro non sono più alti rispetto agli altri 4 Comuni capoluogo di provincia». Lo confermano i dati del Catasto Nazionale Rifiuti dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica). Quelli della spesa pro capite «indicano che Pesaro è al 3° posto in questa categoria (dopo Fermo con 143,34 euro e dopo Macerata che registra costi di 171,45 euro). Il nostro costo euro/abitante per i rifiuti è di 198,97euro, meno di Ancona (200,11 euro) e di Ascoli Piceno (218,76euro). La nostra città è al 2° posto nella “classifica” dei costi per Kg di rifiuti (Fermo li “paga” 26,37 euro; Pesaro 34,82 euro; Macerata 36,12 euro; Ancona 42,43 euro; Ascoli Piceno 43,31 euro) ed è alposto (tra i 5 capoluoghi) per percentuale di raccolta differenziata, che da noi è del 67,4%».

«Continueremo a stimolare la riduzione dei rifiuti cercando di migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata, attraverso un’azione continua di educazione, nei confronti di bambini e ragazzi in particolare, consapevoli che, comunque, avremo sempre una quota di materiali che dovremo portare in discarica e che sono necessari nuovi impianti proprio per riuscire a ridurre l’indifferenziata. Abbiamo anche deciso di aumentare i controlli (cassonetto per cassonetto) per verificare il corretto conferimento. Un aiuto in questo senso viene dall’App gratuita “Il Rifiutologo” che consente facilmente di capire dove portare i rifiuti ma anche di fare segnalazioni sull’abbandono di materiale o di prenotare il ritiro gratuito degli ingombranti».
«Ah - chiosa il sindaco Biancani - a tutti coloro che vedono gli utili come fumo negli occhi, comunico che già dal prossimo anno, proprio a causa dei continui “no”, solo per la città di Pesaro si prevede una diminuzione degli utili di MMS (per la gran parte dovuti al conferimento in discarica dei rifiuti speciali) di circa 500mila euro; cali destinati ad aumentare gli anni successivi. Risorse che si potranno recuperare o tagliando i servizi o aumentando le tariffe. Complimenti per il capolavoro».

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