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“Non c’era una volta”, Ricci racconta la controfavola dei suoi 10 anni da sindaco di Pesaro

«La città che ho servito con onestà e amato un gran bel po’»

“Non c’era una volta… a Pesaro”. Matteo Ricci inizia così i suoi dieci anni da sindaco, raccontando una «controfavola, ciò che prima non c’era e oggi sì, l’eredità che lascio a chi verrà dopo di me». Tanta voglia di fare, sprovincializzare e trasformare la città in uno dei luoghi migliori d’Italia nei quali vivere, che Ricci ha riassunto oggi pomeriggio nella sala convegni gremita del Charlie in Pesaro Urban Hotel. «Ho servito con onestà e amato un gran bel po’ Pesaro», ha esordito.

«Dieci anni fa eravamo partiti con uno slogan curioso “un bel po’”, che nel secondo mandato si è trasformato in “un gran bel po’”. Era la frase che dimostrava la voglia di mettere in campo grande determinazione, dinamismo, per rilanciare la città e aprire nuovi orizzonti. Abbiamo lanciato una nuova sfida, quella di “Pesaro nazionale”: ristrutturare l’economia del territorio attraverso un modello di sviluppo incentrato sulla manifattura, ma anche sulla bellezza, sul turismo e sulla cultura. Una cultura declinata attraverso una nuova comunicazione, che raccontava le unicità del nostro territorio. Una cultura del lavoro e del fare, della fatica, dell’intraprendenza, del genio dei nostri imprenditori. Una cultura della solidarietà, della cura, del volontariato, dell’accoglienza. La cultura di noi gente orgogliosamente di provincia, che per arrivare sa di dover camminare più veloce degli altri, ma rimanendo con i piedi per terra. Con l’ambizione di chi però non vuole essere provinciale, perché vuole volare alto, vuole diventare nazionale. All’inizio abbiamo raccolto tanta diffidenza, oggi possiamo dire che è stata una sfida vinta».
Un traguardo «che abbiamo raggiunto grazie ad un bel lavoro di squadra», dice con la giunta schierata alle sue spalle. In questi anni Pesaro è diventata “città orchestra” così si è definita durante le audizioni della Capitale italiana della cultura 2024 -, “Città Creativa della Musica UNESCO”, “Città della bicicletta”, “laboratorio politico nazionale” perché primo Comune a mettere un campo largo di alleanze con l’entrata in Giunta e in maggioranza dei 5stelle, un “comune tra i più virtuosi d’Italia” «grazie ad una gestione del bilancio solida e sana, che ci ha permesso di non aumentare le tasse».

Proprio al bilancio Ricci dedica il primo capitolo della sua controfavola «abbiamo ereditato un comune virtuoso, ben gestito, ma con due problemi enormi causati dalla politica nazionale del tempo: tagli agli enti locali e patto di stabilità. Abbiamo messo in campo da subito una strategia per recuperare 5 milioni di euro nella parte corrente del bilancio, facendo scelte nette e dolorose». Ricci ha ricordato la chiusura di Pesaro Studi, «abbiamo dimezzato i dirigenti, ci siamo battuti contro l’evasione fiscale recuperando 1,5milione di gettito all’anno, l’Unione dei Comuni, la fusione per incorporazione di Monteciccardo che sta dando una prospettiva al Municipio. Un’operazione lungimirante e virtuosa, grazie alla quale il Comune di Pesaro ha ottenuto 2 milioni, per 15 anni, da destinare alla parte corrente del bilancio e che in questi anni abbiamo dedicato alla cura e la crescita». Poi lo sblocco del patto di stabilità.

Sulle società: «Molto orgoglioso di avere società di servizi sane e in equilibrio. In questi anni, ad esempio, Aspes è passata da 9 a 18 soci, da 30 a 56 milioni di fatturato, da 13 a 16 farmacie». Marche Multiservizi «ci ha consentito di investire ogni anno tanti utili, ma su nostro impulso ha aumentato la raccolta differenziata con ottimi risultati, migliorato l’illuminazione pubblica e la depurazione delle acque. Riceci? Mi arrabbio perché una società così ben gestita non deve perdere tempo contro un progetto che non si farà, che crea tensioni e danni d’immagine. Bisogna studiare un piano b».

Capitolo due, la cura, il sociale: «sono molto orgoglioso del lavoro fatto. Siamo riusciti a rispondere alle nuove emergenze, che in questi anni sono state tantissime. Dal fondo anticrisi, all’osservatorio povertà e PNRR sociale. Dieci milioni di contributi sociali per le disabilità, anziani, giovani, integrazione. Nella mia testa Pesaro è sempre stata la città di Don Gaudiano e avere un settore di servizi sociali così sviluppato, che si rafforza, è una cosa di cui vado molto fiero».
La crescita: «numeri concreti e di eccellenza: +33 posti per i nidi annuali, +190 per i servizi estivi per l’infanzia, +205 posti per i servizi estivi per i nidi, +132mila euro in più di sostegno per andare al centro estivo, +82 alunni con disabilità inclusi, +79 assunzioni a tempo indeterminato». Ricci ha ricordato il grande lavoro fatto dalla rete del Centro Antiviolenza, il Marche Pride, +1,7milioni per le politiche giovanili.

L’ambiente e l’urbanistica, dalla bonifica dell’ex Amga, al parco Miralfiore oggi più bello e sicuro, «abbiamo frenato il consumo di suolo, disincentivando la partenza di nuovi comparti. Sono stato il primo sindaco a programmare la riqualificazione della città», ha ricordato. Ancora sulle regole degli hotel, «i condhotel, siamo stati tra i primi ad applicare questa norma». Poi la riqualificazione di via dell’Acquedotto, da luogo di degrado a luogo di vita e socialità, e la riqualificazione della Stazione.

Pesaro nazionale«ci ha consentito di diventare più competitivi e attrattivi, portando a casa risultati straordinari: una marea di investimenti, circa 2miliardi€, raccontati da una cartina della città che evidenziano i progetti finanziati, conclusi, in corso, in partenza. Un sito molto utile e semplice, pesarochecambia.it, uno strumento di trasparenza verso i cittadini».  Elenca i numeri: 55 lavori finanziati, 33 in corso, 71 quelli completati. E gli investimenti, alcuni: per la cultura e luoghi della cultura € 57.116.190; edilizia sociale € 70.818.050; piazze e spazi pubblici € 58.228.760; sport e impianti sportivi € 21.406.500; strade e viabilità € 1.575.676.009. Numeri che si concretizzano così nell’elenco che Ricci fa delle cose che “non c’erano una volta”, «realizzate con capacità d’ascolto e determinazione». Dalla scuola più green d’Europa, agli interventi di manutenzione ed efficientamento energetico in oltre 20 edifici. Dalla piazza di Candelara a piazza Mosca e piazza della Libertà. Oltre 30 tratti di Bicipolitana in più, che quest’anno supera quota 100km, alle 20 rotatorie che hanno sostituito i semafori. L’isola pedonale estiva e i nuovi parcheggi scambiatori. Le manutenzioni delle strade «quest’anno mettiamo due milioni per gli asfalti», le strade «il 6 aprile inaugureremo gli interquartieri di Muraglia, che dedicheremo a Berlinguer», l’arretramento della ferrovia e il progetto della Green Line.  Gli impianti sportivi, «dalla ristrutturazione del Benelli al nuovo campo da rugby, due piscine, la sede del centro federale del basket italiano. I contenitori culturali dall’Auditorium Scavolini alla sala della Repubblica a teatro Rossini. I musei, dal Nazionale Rossini all’Oliveriano e lo Spazio Bianco in attesa del Museo nazionale della Motocicletta e quello dedicato a Dario Fo e Franca Rame a Rocca Costanza».

Un capitolo speciale per la Capitale italiana della cultura 2024: «un’occasione straordinaria, ottenuta grazie al lavoro dell’assessore alla Bellezza Daniele Vimini. Frutto di un percorso iniziato dieci anni fa, una strategia lungimirante per costruire un pezzo di futuro nuovo per la città».

Nel racconto di Ricci non sono mancati i momenti difficili: l’incendio del San Bartolo del 2017, poi dalla gestione del Covid-19, alla crisi energetica, terremoto e alluvione.

Poi la politica, il sindaco ha rivendicato l'accordo di quattro anni fa per allargare la giunta al M5s con Francesca Frenquellucci sulla base di tre temi: «riapertura del decentramento universitario, innovazione tecnologica e partecipazione. Scoppiò il finimondo, abbiamo portato risultati prima del previsto. Frenquellucci fu espulsa e reintegrata e anche nel Pd ho fatto passare mal di pancia a molti». Non manca l'accenno alle componenti di Civiche, Verdi e Sinistra Italiana: «ci abbiamo visto bene perché abbiamo portato a casa risultati, la collaborazione ha fatto bene alla città, con una maggioranza straordinaria».

Le conclusioni e il messaggio d’amore per la città: «Per chi fa politica non c’è cosa più bella che fare il sindaco della propria città. Per me è così, un ruolo che rimarrà per sempre nel cuore. In questi dieci anni ho servito Pesaro con onestà, l’ho amata profondamente, ci ho messo tutto me stesso, anche i difetti, a volte togliendo tempo prezioso alla mia famiglia.  È stata un’avventura straordinaria, condivisa con una squadra compatta, seria, preparata, di gente che ha sempre avuto nella testa l’unico obiettivo di fare il bene della città. Insieme abbiamo lavorato per vincere una sfida importante: la voglia di fare e sprovincializzare ci ha permesso di trasformare la città in uno dei luoghi migliori d’Italia nei quali vivere. Pesaro nazionale, riconosciuta, autorevole, più competitiva, che ci ha permesso di attrarre investimenti mai visti prima. Sono molto orgoglio del lavoro fatto in questi dieci anni, dell’impegno che abbiamo messo sulle politiche sociali, culturali, di crescita, inclusione, ambientali, sportive, nella gestione di un bilancio virtuoso e in quella delle emergenze. Difficile riassumere tutto ciò che è stato fatto, ieri l'ho provato a raccontare con una controfavola: ciò che "non c'era una volta" e oggi sì. Mi hanno sempre insegnato che un buon amministratore si vede dall’eredità che lascia. Io lascio a chi verrà dopo di me, e sono sicuro farà un grande lavoro, una mole di investimenti mai vista prima che continueranno a cambiare il volto della città rendendola sempre più bella, un’Amministrazione coesa, una squadra straordinaria, un’unità fortissima. Grazie Pesaro, continuerò a servirti fino all’ultimo giorno e amarti, sempre, un gran bel po’».

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