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L'ultimo spartito di Rossini

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A Palazzo Mosca, la presentazione del libro di Simona Baldelli che ripercorre la biografia del compositore con un occhio attento alla sua psicologia

Domenica 20 maggio – alle 17.30 - Palazzo Mosca accoglie la presentazione del nuovo romanzo di Simona Baldelli L’ultimo spartito di Rossini (2018), edizioni Piemme, appena uscito nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte di Gioachino Rossini (13 novembre 1868). L'autrice sarà accompagnata dalla professoressa Valeria Baldelli.

La scrittrice di origini pesaresi e romana di adozione, torna nella sua città per raccontare la genesi e la finalità del libro. Non si tratta dell’ennesima biografia romanzata di Rossini; pur basandosi interamente su fatti realmente avvenuti, il tentativo è quello di ripercorrere e comprendere, attraverso il ricordo delle vicende, nell’avvicinarsi della morte, i motivi che ne causarono la depressione, le fobie, le allucinazioni di cui soffrì e, nell’età adulta, lo esclusero dal mondo. Il romanzo si avvale di una rigorosa documentazione storica, costruita attraverso materiali pubblicati e carteggi autografi messi a disposizione dall’Archivio della Fondazione Rossini di Pesaro.

Siamo a Passy, a poca distanza da Parigi, nei primi giorni del novembre 1868. Rossini ha appena subito un’operazione e ne sta attendendo una seconda con cui il professor Auguste Nelaton spera di rimuovere il tumore. Accanto a sé ha Olympe Pellisier, la seconda moglie, famosa ex modella e cortigiana, amante, fra tanti, del pittore Horace Vernet e dello scrittore Honoré de Balzac. Rossini si è confinato da più di trent’anni in un lungo e doloroso silenzio lavorativo, raramente interrotto da serate musicali private, in compagnia di amici e artisti come List, Wagner, Ricordi, fra gli altri. Cos’era accaduto, nella vita e nell’animo del più grande compositore di tutti i tempi, venerato a livello mondiale? Perché il silenzio, l’esilio dalle scene e dal mondo? La biografia del musicista è degna del più rocambolesco romanzo d’avventura, da povero a ricchissimo, da rivoluzionario repubblicano a conservatore, ma sempre pronto allo sberleffo verso l’ordine costituito. Un’esistenza sempre sotto i riflettori, esibita, amplificata dalla lente d’ingrandimento di numerosi biografi, molti dei quali scrissero calunnie e falsità. A partire da Stendhal, di cui Rossini disse “Un francese, qualche tempo fa, scrisse la mia biografia e si spacciò per mio amico, ma anche quella biografia è piena di assurdità e invenzioni più o meno nauseanti”.

Simona Baldelli è nata a Pesaro e vive a Roma. Si diploma come attrice alla Scuola di Teatro di Bologna e lavora in numerose compagnie in Italia e all’estero, occupandosi anche di regia e drammaturgia. Ha lavorato a lungo come speaker ed autrice di programmi radiofonici. Cura numerosi eventi di cultura e spettacolo, Festival teatrali e cinematografici sia per Enti Pubblici che soggetti privati. Il suo primo romanzo, Evelina e le fate (Giunti 2013) è stato finalista Premio Italo Calvino e vincitore del Premio Letterario John Fante 2013. Il tempo bambino (Giunti 2014), è stato finalista Premio Letterario Città di Gubbio. Nel 2015 ha pubblicato La vita a rovescio (Giunti), un romanzo ispirato alla storia vera di Caterina Vizzani (1735) – una donna che per otto anni vestì abiti da uomo. Il romanzo ha vinto nel 2017 il Premio Letterario Caffè Corretto – Città.

Ingresso libero / Info T 0721 387541

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