Inaugurata l'8 luglio a Palazzo Mosca - Musei Civici, Com.pa.nà.ti.co, la personale di Giorgio Bramante Donini, che sarà visitabile fino al 5 novembre.
In mostra 68 disegni a china che danno forma ad un ricercato itinerario dove ammirare tutto ciò che, per grazia di una spiga di grano (cum-panis) nel pane si origina e con il pane si armonizza, e in cui viene racchiusa una memoria elementare e immaginifica che induce a conciliare la gestazione della propria identità. 68 Sono anche gli anni dell’età in cui il padre Augusto se ne andò, figura consacrata ad una sapienza ancestrale, ad un amalgama di farina, lievito e sale, rarefatta in una candida nube di pazienza operosa.
Giorgio Bramante Donini gli rende omaggio, restituendo - tramite l’arte figurativa - l’incantevole malia del suo primigenio nutrimento, principio della sua più intima rivoluzione. Il pane che diviene prima lettera dell’alfabeto, l’alfa in accordo a cui il tempo si declina in messi e maggese, il pane come alimento nobilitante del proprio culto interiore e raziocinio, con una fermentazione in grado di rendere feconde le stagioni, i cicli lunari e perfino le intemperie. Il pane: la combinazione che dischiude i serrami di qualsiasi interrogativo, il selciato su cui depositare la testimonianza delle proprie impronte e il seme viticcio in cui si abbarbicano le case sull’albero. Il pane che sfama, sostenta e assurge ad afflato ispiratore di artisti e tradizioni cui Giorgio Bramante Donini è debitore, sin da quell’inesplicabile e familiare sortilegio che lo avvinse nel posare lo sguardo sulla ‘Fornarina’ di Raffaello. Una preziosa iconografia dedicata al tepore gentile di un dono semplice e alla poetica ed infaticabile bellezza delle mani artigiane.
La mostra sarà visitabile fino al 5 novembre nell’orario di apertura dei Musei Civici:
per tutto settembre da martedì a domenica e festivi 10-13 / 16-19
da ottobre: da martedì a giovedì 10-13, venerdì-domenica e festivi 10-13, 15.30-18.30;
ingresso gratuito, info 0721 387541.