Si conclude giovedì 26 gennaio (ore 17.30) nel Salone Convegni di Palazzo Ciacchi sede di Confindustria Pesaro Urbino, la rassegna Oltre l’effimero/4 Conversazioni tra letteratura e sport: curata da Giuliano Martufi, è promossa dagli assessorati alla Bellezza e alla Rapidità del Comune di Pesaro sotto l’egida di Pesaro Città che legge.
Titolo dell’incontro ‘Calcio e tenebre, Giovanni Arpino’. Protagonista il critico letterario Massimo Raffaeli - collaboratore del “Venerdì di Repubblica” e di Radio3 Rai - che offre la rilettura del più noto romanzo sul calcio di cui nel 2010 ha curato per Rizzoli l’edizione tascabile: Azzurro tenebra; un libro in cui lo sport più amato dagli italiani compare come catastrofe etica ed estetica.
Tra i narratori italiani più inquieti e originali della sua generazione, autore fra gli altri suoi romanzi de La suora giovane (’59) e Il buio e il miele (’69), Giovanni Arpino (1927-1987) è stato negli gli anni settanta giornalista sportivo e inviato speciale de “La Stampa”. Al calcio in particolare, Arpino ha dedicato Azzurro tenebra (BUR, 1977), un romanzo ambientato, alla maniera di una “docu-fiction”, ai Mondiali di Monaco 1974 che per la nazionale italiana ebbero esito disastroso nonostante la presenza di campioni quali Rivera, Mazzola, Zoff, e Riva. Arpino ne rivive dall’interno la vicenda e ne deduce un giudizio etico, prima che politico, sulla realtà profonda del nostro Paese che il tempo purtroppo non ha smentito.
Massimo Raffaeli (1957, Chiaravalle/AN) scrive di critica letteraria per “il manifesto”, “Il Venerdì di Repubblica” e collabora alle trasmissioni di Rai Radio 3 e della Radio Svizzera Italiana. Ha curato edizioni, fra gli altri, di Alberto Savinio, Primo Levi, Carlo Cassola e Mario Soldati e ha tradotto autori della moderna letteratura francese: da Antonin Artaud, Jean Genet, Louis-Ferdinand Céline a René Crevel e Tony Duvert. Parte della sua produzione è raccolta in diversi volumi, da ultimo L’amore primordiale (2016), Marca francese (2019) e Di senso comune (2021). Si è a lungo occupato dei rapporti fra calcio e letteratura, curando opere di Gianni Brera e Giovanni Arpino, nonché riunendo i propri scritti in una trilogia: L’angelo più malinconico (2005), Sivori, un vizio 2010) e La poetica del catenaccio (2013).
La rassegna ‘Oltre l’effimero’ nasce dall’idea che corpo e mente non sono separati, idea decisamente controcorrente in Italia, e che nella dimensione letteraria - non necessariamente ‘solo’ quella codificata nei manuali - si trovano tracce e occasioni di pensare a fondo anche il fenomeno sport, inteso come massima espressione della corporeità. Da qui il tentativo di indagare quale sia il connubio ideale tra corpo e mente e la convinzione che declinare sport e ‘cultura alta’ - la letteratura meglio di altri ambiti - è possibile. Come evoca il titolo scelto, la memoria del campione dura se c’è un suo ricordo che va oltre il fiorire della sua fisicità e delle sue vittorie e il racconto - con parole perlopiù scritte o magari cantate - è una garanzia per l'effimera stagione dell'atleta che così si riscatta ed è mantenuta viva nel tempo.
Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti disponibili; info 0721 3831