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Museo Archeologico Oliveriano

Il Museo Archeologico Oliveriano è stato riaperto al pubblico il 13 dicembre 2022 nel nuovo allestimento interamente rinnovato: una tappa importante che restituisce a Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 uno dei suoi luoghi della cultura più significativi.

Gestito dalla Fondazione Ente Olivieri, il museo ha sede al piano terreno di Palazzo Almerici, edificio del XVII secolo nel cuore del centro e nasce dal lascito testamentario di Annibale degli Abbati Oliveri (1708-1789), geniale erudito settecentesco che dona a Pesaro e ai suoi concittadini il suo ingente patrimonio bibliotecario, documentario e archeologico. Del lascito Olivieri fa parte anche una notevole quantità di reperti donati dall’amico Giovan Battista Passeri (1684-1780), intellettuale eclettico che ha segnato il settecento pesarese.

Il nuovo percorso documenta mille anni di storia del territorio - dal periodo piceno alla tarda età imperiale - e si articola in quattro sezioni espositive, vere e proprie chiavi di narrazione dell’intero corpus delle collezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis (importante luogo di culto connesso alla romanizzazione del territorio, scoperto dallo stesso Olivieri sulla collina di Santa Veneranda), il municipio di Pisaurum e il collezionismo settecentesco. All’interno di queste macro-aree l’esposizione è organizzata in ordine cronologico per singoli argomenti.

I quattro temi sono introdotti nella prima sala dove è esposta la famosa “stele della battaglia navale”, rinvenuta nel 1866 in circostanze sconosciute sulla collina di San Nicola in Valmanente, tra Pesaro e Novilara. Nella seconda sala si ammirano i reperti provenienti da Novilara, una delle più importanti necropoli dell’Età del Ferro, indagata estensivamente per la prima volta dall’archeologo Edoardo Brizio negli anni 1892-‘93. A questi si sono aggiunti di recente i materiali provenienti dagli scavi condotti nel 2012-‘13 dalla Soprintendenza Archeologia delle Marche in un ampio settore della stessa necropoli: si tratta di alcuni dei corredi funebri provenienti dalle oltre 450 tombe maschili e femminili dei secoli VIII e VII a.C.. L’attenzione è posta sulla narrazione della società del tempo, per quanto ricostruibile tramite la simbologia del rito funebre. Proseguendo in ordine cronologico, l’esposizione dei cippi del Lucus Pisaurensis introduce alla terza sala, interamente dedicata alla Pesaro di età romana. Le più antiche are votive del Lucus testimoniano che già nel III secolo a.C. - prima dunque della fondazione della colonia di Pisaurum (184 a.C.) - persone provenienti dal Lazio si erano insediate sul territorio pesarese. All’interno di una sezione destinata alle divinità viene esposta la celebre epigrafe bilingue (etrusco e latino) di Lucius Cafatius indovino che praticava l’arte degli aruspici. Si prosegue con il racconto degli edifici pubblici della Pisaurum di età imperiale, tramandato dalle testimonianze epigrafiche. Viene poi data voce agli abitanti di Pisaurum, attraverso le epigrafi che ricordano la presenza di sacerdoti e sacerdotesse, maestri, soldati, fabbri, addetti alle lavorazioni navali e molto altro. La sezione si conclude con numerose epigrafi funerarie. Negli ultimi due ambienti della terza sala trova spazio, infine, il collezionismo settecentesco di Passeri e Olivieri con un esempio per ogni tipologia delle numerose categorie di oggetti che componevano le due collezioni (bronzetti di divinità, lucerne, vasi dipinti, altro). L’insieme degli altri reperti, posto in secondo piano alle spalle di questi elementi, suggerisce l’idea di una wunderkammer particolarmente suggestiva per il visitatore grazie ad un senso della tridimensionalità molto forte.


L’obiettivo del nuovo progetto museografico è stato di creare uno spazio integrato che parli delle collezioni e allo stesso tempo rimandi al vasto territorio di Pesaro e dove architettura storica, reperto e supporto interagiscono tra di loro. Per coinvolgere emotivamente il visitatore si è mutuato il linguaggio dell’arte: in questo senso l’allestimento è un omaggio a Jannis Kounellis - grande maestro dell’arte italiana scomparso nel 2017 dopo la sua ultima mostra proprio al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro - e alla sua lezione sull’uso poetico del frammento. La sensibilità artistica è stata così convertita in approccio espositivo: i frammenti in pietra della collezione del museo sono raggruppati a formare grandi figure geometriche nello spazio. Ogni figura geometrica corrisponde a un tema del progetto scientifico: in questo modo i gruppi espositivi della necropoli preistorica, della Pesaro romana e dei primi riti funerari cristiani sono riconoscibili per forma, in una sequenza di figure a parete o libere riconoscibili da ogni visitatore, indipendentemente dalla sua cultura archeologica.

Breve storia
Museo e Biblioteca Oliveriani hanno una prima sistemazione a Palazzo Olivieri, inaugurata il 2 maggio 1793; mancano però le epigrafi del Passeri e le collezioni epigrafiche di origine municipale e ducale, allora esposte in altri luoghi della città. Solo nel 1885 - in occasione del trasferimento nell’attuale sede di Palazzo Almerici - vengono finalmente riunite in un solo luogo tutte le raccolte, cui si aggiungono nel tempo reperti di privati. A queste collezioni che costituiscono il “fondo antico” del museo, si sono affiancati materiali archeologici di proprietà statale provenienti dagli scavi archeologici condotti nel pesarese dalla Soprintendenza delle Marche; tra di essi i più rilevanti, i corredi della necropoli dell’età del Ferro di Novilara. Nel corso del XX secolo l’esposizione museale subisce numerose traversie tra cui si possono ricordare il terremoto del 1916 che danneggiò le sale espositive e i trasferimenti affrettati durante il secondo conflitto mondiale per portare i reperti verso luoghi più sicuri. Nel 1928, la decisione di chiudere il museo al pubblico e di smontarlo per consentire alcuni interventi urgenti di restauro determina ulteriori danni. L’Oliveriano riapre al pubblico solo nel 1967, senza un vero criterio allestitivo scientifico né un apparato didattico.

palazzo Americi via Mazza 97

proprietà e gestione Ente Olivieri

orario
giugno - settembre
da giovedì a domenica e festivi h 16 – 19
ottobre - maggio
da giovedì a domenica e festivi 15.30 -18.30

Ingresso con Card Pesaro Capitale
costo Card INTERO € 12 RIDOTTO € 7 gruppi min. 15 persone, studenti universitari, realtà convenzionate, possessori Card Pesaro Cult, gruppi accompagnati da guida turistica con patentino

La Card Pesaro Capitale consente l’accesso a Palazzo Mosca - Musei Civici | Casa Rossini | Area archeologica di via dell’Abbondanza | Museo della Bicicletta | Centro Arti Visive Pescheria | Area Archeologica e Antiquarium di Colombarone | Museo Archeologico Oliveriano | Palazzo Ducale (visite guidate) | Casa-Museo Giovanni Gentiletti | Museo Officine Benelli | Sinagoga | Musei Civici a Palazzo Ciacchi

Biglietto singola struttura INTERO € 7 RIDOTTO A € 4 gruppi min. 15 persone, studenti universitari, realtà convenzionate RIDOTTO B € 3 possessori Card Pesaro Cult, gruppi accompagnati da guida turistica con patentino GRATUITO fino a 18 anni, soci ICOM, giornalisti muniti di regolare tesserino, disabili e accompagnatori, studenti del Conservatorio Statale di Musica G. Rossini, possessori Carta Famiglia Comune di Pesaro

accesso disabili
info tel 0721 33344
visite guidate servizimuseali@pesaromusei.it | 349 2315640
ente.olivieri@oliveriana.pu.it
www.oliveriana.pu.it



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