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È il Giorno del Ricordo; Ricci, Perugini e Murgia: «Gli estremismi ideologici portano a commettere i crimini»

Stamattina il Salone Metaurense di Palazzo Ducale ha accolto la mattinata promossa dal Comune e dalla Prefettura per non dimenticare il dramma delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Sindaco, presidente del Consiglio comunale e assessora riportano l’opera di Padre Damiani a Pesaro, «Una pagina di accoglienza straordinaria che ha reso la città più bella». Il ricordo di Fastigi, Palatucci e Biagiotti

La ricostruzione dell’esodo Giuliano Dalmata, del dramma delle foibe e delle vicende del confine orientale del nostro Paese, al centro della celebrazione del Giorno del Ricordo, che si è svolta oggi nel Salone Metaurense di Palazzo Ducale, sede della Prefettura di Pesaro e Urbino.

L’intervento del sindaco di Pesaro Matteo Ricci: «È un giorno importante da ricordare, perché ci dimostra che l’estremismo ideologico ed etnico porta sempre a commettere dei crimini. Quando c’è una razza che si sente superiore all’altra, o pensa che coloro che vivono una terra non ne siano degni, succedono atrocità. Un fenomeno che purtroppo continua a vivere anche oggi, lo dimostrano i conflitti che ci sono attorno a noi. È fondamentale che il Giorno del Ricordo entri nella memoria di tutti per non dimenticare i tanti italiani morti e i loro responsabili». Poi ancora: «In quegli anni Pesaro fu una delle città che maggiormente accolse gli esuli, grazie, soprattutto, alla grande opera di Padre Damiani. Qui trovarono rifugio tante famiglie, che oggi sono parte essenziale della nostra realtà». E sottolinea: «In quel momento storico, dove lo scontro ideologico era feroce, Pesaro era guidata da un sindaco comunista, Renato Fastigi. Che non si fece imbrigliare dentro logiche ideologiche, ma collaborò con Padre Damiani. Una vicenda drammatica, dentro la quale però troviamo una bella storia di accoglienza, solidarietà integrazione, di tante persone che hanno contribuito a rendere più bella la nostra città». A Fastigi e Padre Damiani, Ricci aggiunge un altro uomo che oggi il Comune di Pesaro e la Questura di Pesaro e Urbino hanno ricordato: «Giovanni Palatucci, questore reggente di Fiume morto nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945, uomo che scelse di stare dalla parte giusta della storia», al quale oggi è stata dedicata la piantumazione di un gingko biloba in quello che diventerà il “Giardino dei Giusti” a Villa Fastiggi. Ricci conclude rinnovando l’impegno del ricordo: «Non smetteremo di farlo. Poco fa abbiamo deposto la corona al cippo di Trebbiantico, dove il consigliere Dario Andreolli ha posato un mazzo di fiori in memoria di colui che più di tutti si è battuto per questa giornata, Roberto Biagiotti, che ci ha lasciati troppo presto. Il nostro pensiero va a lui».

A dare il via alla mattinata, sono stati l’Inno d’Italia e il Va, pensiero, seguite dall’intervento di Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale, che ha aperto i lavori del Consiglio comunale con il suo messaggio che, «Rende omaggio ai caduti nelle foibe, ai deportati nei campi di concentramento, agli esuli che hanno dovuto affrontare un lungo e doloroso viaggio verso l'ignoto, verso una patria che spesso li ha accolti con freddezza e indifferenza. Per farlo usiamo un gesto sia forte, sia semplice: l'abbraccio. Quello che i profughi istriani, fiumani e dalmati non hanno ricevuto quando sono partiti, quando sono arrivati e quando hanno cercato di ricostruire la loro vita. Oggi lo vogliamo restituiamo loro, come segno di vicinanza, comprensione e affetto ma lo rivolgiamo allo stesso tempo a noi tutti, come segno di unità, orgoglio e speranza. Il Giorno del Ricordo è un invito a ricordare una tragedia, ma anche a riscoprire, nella memoria condivisa della comunità, la forza e il coraggio di chi è stato pronto a tendere una mano, ad aprire porte, per testimoniare i valori di pace e solidarietà che appartengono alla nostra Pesaro».

A prendere parola, anche Emanuela Saveria Greco, Prefetto di Pesaro e Urbino: «Oggi sono 20 anni da quando è stato istituito il Giorno del Ricordo per rammentare un periodo buio della nostra storia, per non dimenticare il dramma delle foibe, questi profondi buchi neri in cui è precipitata l'umanità». Una pagina oscura, «per gli orrendi crimini commessi, perché ancora non completamente conosciuta, per i troppi anni di silenzi». «Dobbiamo mantenere il pensiero critico che è anche libertà dell'altro». E ancora, «Per conoscere davvero le vicende del confine orientale, è necessario interessarci ai traumi psicologici vissuti dagli esuli e alla condizione delle donne, temi mai veramente approfonditi». Greco aggiunge: «Non lasciamo cadere anche il ricordo nelle profondità oscure della terra», prima del ricordo dell'opera di Padre Damiani, «Questo è il bene che ci piace, a cui ciascuno dovrebbe tendere nella quotidianità della propria vita». Infine l’esortazione a ragazzi e ragazze: «Siate responsabili delle vostre azioni e del vostro tempo. Siate luce che illumina il mondo».

Per Giuseppe Paolini, presidente della provincia di Pesaro e Urbino, «Abbiamo il dovere di ricordare queste atrocità commesse contro umanità. Una dimostrazione che non c’è una guerra giusta». Per Paolini c’è anche l’obbligo di «Essere accoglienti, aiutare chi ha bisogno, chi è in difficoltà». E ancora, «Se pensate di offendere, o di ferire qualcuno, fermatevi un attimo a riflettere, sostenuti dalla conoscenza che l’appuntamento di oggi sostiene e che spinge a ricordarci il passato, per fare in modo che queste atrocità non succedano più. L’uomo spesso dimentica, ed è allora che le sfumature diventano occasione per ripetere gli errori commessi».

Il Ricordo, elemento necessario anche per Alessandra Belloni, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, che ha ringraziato le istituzioni, «per il coinvolgimento delle scuole nelle celebrazioni; un contributo reso alla memoria dei nostri connazionali, vittime innocenti dell’odio». «Che il vostro impegno aiuti a combattere il negazionismo che si nutre della mancata conoscenza della storia» ha detto Belloni ad alunne e alunni prima di rivolgere alle famiglie degli esuli, «L’abbraccio delle scuole, contro le ferite di quella storia che sono ferite di tutto il popolo italiano. Guardiamo insieme a quegli avvenimenti con dolore e rispetto per una vicenda spesso rimossa ed addirittura negata. Oggi il dramma delle foibe e degli esuli, è entrato a piena titolo nella storia italiana e europea, occupando la dignità della memoria».

La mattinata ha accolto e presentato le riflessioni delle studentesse e degli studenti degli istituti scolastici della città - della 4ª Scienze Umane Mamiani; della 1ª G del Marconi, classe miste dell'istituto Santa Marta, Bramante-Genga, de La nuova scuola e del Conservatorio G. Rossini -, coinvolti nell’iniziativa dalla presidenza del Consiglio comunale, dall’assessorato alla Crescita e alla Gentilezza del Comune e dall’Ufficio scolastico provinciale. Insieme agli insegnanti, alunne e alunni hanno svolto un percorso di approfondimento per restituire suggestioni e messaggi. «Il Giorno del Ricordo – ha detto Camilla Murgia, assessora alla Crescita e alla Gentilezza - anche quest’anno è all’insegna del lavoro e del rapporto con le scuole che, come per il 29 gennaio (Giorno della Memoria, ndr), hanno lavorato e approfondito una parte di storia ancora troppo poco conosciuta e che interessa anche il nostro territorio. Abbiamo parlato di Giusti solo una settimana fa, e continuiamo a raccontare l’esperienza straordinaria di accoglienza e presenza che ha contraddistinto l’operato della nostra città anche grazie a Padre Damiani e al sindaco Fastiggi. Una storia di solidarietà, che da sempre contraddistingue Pesaro, e che ha segnato anche l’accoglienza degli esuli giuliano dalmata. Le scuole riportano questo spaccato, insieme ad altre storie nazionali, in cui si intrecciano ricordi e fatti storici».

Il significato della celebrazione è stato ripreso dall’intervento di Marialena Tamino (rappresentante della comunità giuliano dalmata), che ha portato ai presenti le esperienze vissute dai profughi di II e III generazione provenienti dall’Istria, da Fiume, dalle zone Giuliano Dalmate, «Mio padre ha sofferto molto e ha scelto di venire proprio a Pesaro perché si trova di fronte a Zara, sua città natale. Saliva sull’Ardizio e diceva "Da qui si vede la nostra terra"; avevamo lasciato tutto e non potevamo più tornare, è stato un periodo molto difficile». Tamino ha aggiunto di come, «a suo tempo fummo accolti a Pesaro e nella provincia, con calore e grande umanità. Oggi sento l’abbraccio della città; un abbraccio che aiuta noi profughi a marginare il dolore di questa ferita, insieme al poter raccontare le nostre storie e all'essere ascoltati con rispetto. Per noi esuli è importante preservare la memoria, trasmetterla per far sì che il passato irradi in modo sorprendente il nostro avvenire».

È stato poi il momento di Pierluigi Cuccitto autore della pubblicazione “Dall’Istria a Pesaro. L'esodo, l'opera padre Damiani e il comitato per la Venezia Giulia e Zara di Pesaro”. La sua è la prima ricerca condotta nella provincia, «affinché le testimonianze e i documenti conservati negli archivi possano ancora parlare ai giovani del nostro tempo».

A concludere la mattinata, sono state le parole di studentesse e studenti delle superiori, accompagnate dalle musiche del Conservatorio G. Rossini di Pesaro.

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