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Il Consiglio comunale approva le modifiche allo statuto della Fondazione Pescheria

Maruska Palazzi nominata all’unanimità Garante per i diritti della persona disabile. Dibattito sul Poru,

Entra nell’assise la consigliera Pd Alessandra Cecchini che sostituisce Amadori da oggi Capo di Gabinetto

Il Consiglio comunale di oggi, lunedì 1 marzo, si è aperto con la delibera relativa alle “Dimissioni del Consigliere comunale Massimiliano Amadori” che da oggi assume l’incarico di Capo di Gabinetto del sindaco. Al suo posto nelle fila del Pd, entra per surroga Alessandra Cecchini, come ha annunciato il presidente Marco Perugini: «Ringrazio Amadori anche da parte anche del Consiglio. È stato un consigliere leale, competente e appassionato, e sono certo che darà un supporto valido al sindaco e all’ente tutto. Sono orgoglioso di augurare buon lavoro a lui e alla consigliera Cecchini, che da oggi entra a far parte dell’assise». L’attuale facente funzioni di capogruppo Pd è Anna Maria Mattioli.

Approvata con 22 voti favorevoli e 8 contrari la delibera presenta dal vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini sugli “Indirizzi per la modifica dello Statuto della Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive”. Le modifiche statutarie proposte – che la Fondazione «ha sottoposto al Comune di Pesaro, suo socio unico» - fanno riferimenti a 3 ambiti. Il primo è la mission: «L’ente, ad oggi, si occupa esclusivamente di ospitare eventi d’arte contemporanea e di dialogare, per realizzarli, con altri ambiti museali». La modifica consente alla Fondazione di «ampliare la sua azione rivolgendosi ad altri settori dell'arte» (come la gestione degli spazi della sinagoga, del museo della bicicletta, delle moto, e altri collezioni etc). Il secondo è la governance. Confermati i componenti del Cda (da 3 a 5 massimo), organo a cui si aggiunge, con la modifica al regolamento, due nuove figure: quella di direttore tecnico amministrativo e quella di direttore artistico. Le modifiche fanno riferimento anche a un comitato scientifico che possa comprendere attori trasversali ad altri ambiti artistici e d’espressione». Le modifiche prevedono infine la possibilità, per la Fondazione, di dotarsi di personale proprio secondo le disponibilità e necessità delle sue iniziative».

Dario Andreolli, Lega: «Siamo davanti a qualcosa di nuovo, una partecipata in house della cultura». L’obiezione: «Con la modifica allo statuto, la Fondazione Pescheria ricoprirebbe un ruolo simile a quello dell’assessorato. Il rischio è di declassare il ruolo del Consiglio comunale».
Giulia Marchionni, Prima c’è Pesaro: «Più ci si addentra nel testo, più ci sono dubbi: parliamo di una Fondazione alla quale sono sempre stati garantiti fondi per fare attività in città. Come consiglio vorremmo continuare a dire la nostra. Sono operazioni soggette a trasparenze, ma che spaventano perché hanno minor controllo rispetto all’ente pubblico. Non è un restyling, ma un nuovo soggetto giuridico con funzioni e compiti diversi».
Chiara Panicali, Pd: «Le modifiche sono un’ottima opportunità per ampliare la progettualità in ambito artistico e culturale. Una Fondazione sana, attiva e propositiva, che cerca di essere il più autonoma possibile e avere dialogo con enti a 360°, nell’ottica di Capitale della Cultura».
Camilla Murgia, Una città in Comune: «La Fondazione persegue degli obiettivi di progettazione che permettono anche di intercettare fondi. Mi dispiace che l’opposizione si senta spaventata dalla mancanza di trasparenza, al contrario penso che sia una possibilità di incrementare le azioni che questo Comune fa: significa progettare insieme. Con questa modifica la Fondazione può diventare uno strumento che l’Amministrazione mette in campo per perseguire obiettivi comuni».
Lorenzo Lugli, Movimento 5 Stelle: «Favorevole ad una gestione manageriale dei luoghi della cultura, apre una serie di possibilità. Abbiamo davanti un calendario molto fitto di impegni, per questo servono strutture a ambienti agili».
Sul tema è intervenuto anche Michele Redaelli (Forza Italia) che, tramite un emendamento (ammesso nonostante il parere tecnico negativo ma respinto con 19 contrari e 12 favorevoli) ha chiesto «che due dei componenti del CdA della Fondazione siano votati dal Consiglio comunale con un processo di condivisione similare a quello adottato per il Garante per i diritti della persona disabile».

Proprio quest’ultimo è stato il tema su cui è proseguito il dibattito del Consiglio che ha nominato e votato all’unanimità Maruska Palazzi come primo Garante per i diritti della persona disabile del Comune di Pesaro. «Spero che quello fatto in queste settimane – e iniziato nella scorsa legislatura con la redazione del Regolamento - sia stato un percorso condiviso proficuo sia per il Consiglio, sia per la città» ha detto il presidente Perugini nel precisare che il Garante «avrà un ruolo indispensabile allo svolgimento e alla promozione delle tematiche legate alla disabilità».
Maruska Palazzi svolgerà a titolo gratuito l’incarico con durata triennale e sarà punto di riferimento sia «per l’Amministrazione comunale con cui lavorerà in sinergia per favorire, e suggerire, proposte e iniziative, opportunità di integrazione e inclusione; sia per le persone con disabilità. La sua sarà un’azione di tutela dei loro diritti e degli interessi individuali o collettivi in materia» ha precisato l’assessore alla Solidarietà Sara Mengucci, nell’illustrare la delibera: «È stata un’occasione per approfondire le possibilità offerte da questa figura strategica e il tema disabilità, settore su cui l’Amministrazione ha investito e investirà tanto». L’assessore ha poi presentato le funzioni del Garante, tra queste «la promozione di attività legate all’inclusione sociale, il contrasto a situazioni di discriminatorie; la tutela dei diritti delle persone disabili; segnalare irregolarità; promuovere attività volte alla conoscenza di normative e cultura in tema d’integrazione». Il Garante può esprimere pareri, formulare proposte e fare valutazioni sull’impatto delle azioni progettuali fatte dal Comune e dalle partecipate». Si pone inoltre «come punto di riferimento tra le persone disabili e gli uffici comunali». Redige una redazione annuale che trasmette prima alla Commissione per poi passare alla discussione in Consiglio comunale.

Approvata la proposta di deliberazione “Controdeduzioni alle osservazioni e adozione definitiva di variante al PRG vigente – VS_646, relativa all’ex palazzina Enel, in via Buozzi angolo via D’Azeglio e via Giusti”. La variante, già stata adottata dal Consiglio nell’ottobre 2020, prevede il recupero dell’area con la modifica “flessibile” della sua destinazione d’uso (precedentemente ad uso esclusivo “a servizi”).

Il Consiglio è poi passato a discutere del Poru approvando con 19 favorevoli e 12 astenuti la proposta di deliberazione “Controdeduzione alle osservazioni e approvazione del Programma Operativo di Riqualificazione Urbana (PORU)” dopo la presentazione dell’assessore all’Urbanistica Andrea Nobili: «Siamo alle controdeduzioni, secondo ed ultimo passaggio in Consiglio. Gli ambiti di riferimento sono 5: l’area in via Giolitti, in via Metauro, in via Gagarin e via Paganini, in strada Fornace Mancini, in via Guidi. Ciascun ambito costituirà intervento unitario che sarà sottoposto a convenzione, ognuno per la propria parte di competenza». È stato l’architetto Lucarini del Comune di Pesaro a presentare le osservazioni arrivate dalla Provincia, dalle soc. Marfin Srl e soc. Vitemper Srl e dalla Diba, sul “Programma operativo di riqualificazione urbana (Poru) di cui alla L.R. Marche N. 22/2011 e all’Atto d’indirizzi approvato dal Consiglio comunale con delibera n. 118/2013”.

Michele Gambini, Pd, ha ricordato che è previsto un successivo intervento che prevede «una trasformazione urbana più ampia. Dobbiamo pensare all’intervento in oggetto anche in considerazione di ciò. Sottolineo che, nel Pero che stiamo discutendo, l’equivalenza di volume c’è e si prevede una vera riqualificazione». 

Andrea Marchionni, Lega: «Qualche perplessità su via Giolitti, mi sembra che il progetto non si integri bene nella zona. Uno spazio che necessita di riqualificazione, ma che avrebbe dovuto essere più consono con lo stile degli immobili intorno. La nostra città non ha un incremento di popolazione, a cosa servono edifici residenziali nuovi?». 

Giampiero Bellucci, Pd: «Il mio intervento si concentra su via Guidi, la Casa Francescana su cui mi ero già soffermato auspicando da parte della proprietà un ripensamento. In questi mesi si è aperto un dibattito e coloro che l’hanno vissuta auspicano che venga ripensata in coerenza con la sua vocazione originale. Il mio rammarico è sulla volontà degli enti religiosi proprietari, che hanno pensato di risolvere al loro interno il futuro economico di questo edificio, senza coinvolgere la cittadinanza. Questa delibera ci consente di mantenere memoria di quella struttura, poiché si ha la possibilità di destinare la quota di plusvalore al miglioramento del patrimonio abitativo del Comune. Sono soldi che possono essere usati per recuperare alloggi popolari, che necessitano di interventi di manutenzioni straordinaria, o edifici comunali per servizi sociali». 

Giovanni Dallasta, Lega: «Gli interventi approvati sono molto critici. In particolare quello di via Giolitti (in cui si aggiungeranno due volumi adiacenti, uno di 4 e uno di 8 piani) e quello di via Guidi (che porterà via dei volumi storici con pregio architettonico) interessati dal piano di riqualificazione». 

Emanuele Gambini, Prima c’è Pesaro: «Direi di intervenire e dare degli input a chi costruirà per attivarsi con la previsione di “tetti verdi” oggetto di un’interpellanza presentata in Consiglio. Occorre attivarsi per una costruzione veramente verde». 

Vanzolini, M5S: «Si può costruire sul costruito in tanti modi. In particolare sul lotto di via Giolitti siamo perplessi». 

  

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