I concerti della nona edizione di MUN sono attraversati da due temi forti: il legame tra musica e natura e l’indagine sulla natura stessa della musica, sollecitata soprattutto da nuove generazioni di compositori pronte a confrontarsi - senza alcuna preclusione - con i linguaggi più disparati.
Apprezzata per la grande musicalità e la spiccata personalità, Margherita Succio ha una vivace attività concertistica che la porta già in giovane età a esibirsi nelle più prestigiose sale in Italia e in Europa.
Come nell’arte pittorica e visuale, i concetti di moderno e contemporaneo condividono tecniche, scelte stilistiche ed espressioni comuni anche nel repertorio musicale. È un fenomeno di estensione, delle esigenze e delle reazioni culturali del Novecento, oggi ancora caratterizzanti ed elementi preponderanti dell’espressione artistica contemporanea. Il programma presentato a MUN scivola, gioca su quest’estensione, in un tentativo di delinearne i contorni e far coincidere, mettere a confronto e avvicinare presente e passato recente all’interno di uno stesso discorso musicale. La prima parte presenta due brani commissionati appena nati – di cui l’Organum di Tiziano De Felice ancora inedito – per questa mostra musicale. Organum – Variazioni per violoncello solo di Tiziano de Felice introduce il concerto con un brano il cui principale è diluito per augmentationem, seguito da un breve recitativo e infine tema e variazioni Rituale. Cinque Incantazioni di Paolo Catenaccio riprende il tema dell’arcaico con cinque brevi miniature dal carattere magico, in una dimensione quasi spirituale e arcaica.
A contornare la prima parte del programma c’è l’intrusione di una delle compositrici più influenti del nostro tempo, Sofia Gubaidulina: nei suoi Dieci preludi per violoncello solo (1974) si esplora l’aspetto della ricerca, della didattica formale e avanzata delle possibilità tecniche e timbriche dello strumento. Ogni preludio è un brevissimo e concentrato esempio di un elemento caratterizzante della tecnica violoncellistica, e contemporaneamente una miniatura, un esercizio di stile all’interno del quale Gubaidulina mostra la sua espressione in tutto il suo ecletticismo. L’arte moderna e contemporanea può essere anche pop. A concludere la prima esposizione, come in un quadro di Andy Warhol, Mark Summer omaggia l’immediatezza e accessibilità del pop nel suo Julie-O, composto nel 1988.
La seconda parte del programma presenta due brani molto diversi del Novecento, per origine e tipo di sperimentazione: Trois Strophes sur le nom de Sacher (1974) di Henri Dutilleux è un brano dei numerosi brani commissionati da Rostropovich in occasione dei settant’anni di Paul Sacher, figura cardine e mecenate della musica del suo tempo. La serie di note che ne compone il nome, proposta e delineata da Britten, è fil rouge e mistero, particolare originario di tutto il brano. La scordatura del violoncello – la corda do scende a un grave, tenebroso si bemolle, che si scontra con il sol abbassato di un semitono – non è elemento di puro colore o sperimentazione arida ma stortura, modifica necessaria al discorso musicale, così potente da piegare la struttura classica dello strumento. È un brano raffinatissimo, complesso, affascinante. Lo stesso fascino, ora iberico, folk, libero, si ritrova nella Suite di Gaspar Cassadó, brano composto sessant’anni prima e una delle prime porte aperte sul repertorio moderno per violoncello solo. S’inserisce oggi in uno dei brani più eseguiti e studiati del repertorio violoncellistico e chiude, come brano più antico, il viaggio all’indietro iniziato dal nuovo, nuovissimo mondo musicale contemporaneo. Come in una comunicazione non verbale degli inconsci, di universi distanti che comunicano e ancora oggi s’influenzano l’un l’altro, e nella loro diversità si trovano, tutti, sullo stesso strumento.
Biglietti (8 euro) presso Teatro Sperimentale 0721 387548 e biglietterie rete AMAT/vivaticket (071 2072439 – www.vivaticket.com). Biglietteria presso il luogo del concerto (334 3193717) un’ora prima dell’inizio del concerto previsto alle ore 21.15.