Il giovane fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, firma adattamento e regia dello spettacolo, dal testo considerato da molti critici la migliore commedia di Shakespeare, composta intorno al 1600, l’ultima giocosa del Bardo prima della stagione delle grandi tragedie e delle commedie nere. Un testo sorprendente, amaro ma lieve, surreale ma terreno, profondamente malinconico e irresistibilmente divertente.
«Di cosa parla La dodicesima notte? - si domanda il regista Ortoleva - Cos’è questo strano oggetto, ricco di mondi, motivi e trame come un opale? Mi è sempre sembrato assurdo definirla una commedia romantica; è difficile non notare come l’amore, nel testo, sia spesso associato alla malattia e come le frequenti dichiarazioni d’amore siano contorte, auto-riferite, deliranti. Eppure, non si parla d’altro che d’amore in questa strana Illiria in cui Shakespeare ha voluto ambientare la sua commedia; vertono sull’amore tutti i discorsi dei nobili, sono d’amore le canzoni che vengono chieste al fool dagli ubriachi… Si potrebbe allora dire che La dodicesima notte non è una commedia d’amore ma una commedia sull’amore».
Sulle coste dell’Illiria, l’amore si diffonde a ritmo endemico. Il duca Orsino è innamorato di Olivia, ricca contessa che si nega alla sua vista per onorare il ricordo del fratello scomparso. Quando nel paese arriva Viola, una giovane reduce da un naufragio che prende servizio dal duca travestendosi da uomo col nome di Cesario, la ragazza si innamora perdutamente di Orsino e fa innamorare di sé la contessa Olivia, creando un triangolo irrisolvibile. Nel frattempo, presso la corte di Olivia, il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cortigiani – il fool Feste, la cameriera Maria, Sir Tobia e Sir Andrea (amico di Sir Tobia e pretendente di Olivia) –, i quali gli fanno credere di essere amato dalla padrona. A complicare ulteriormente la situazione arriverà in Illiria anche il gemello creduto morto di Viola, Sebastiano; dopo una lunga serie di fraintendimenti e imprevisti, la storia troverà finalmente il suo “lieto” fine.
La traduzione del testo è a cura di Federico Bellini, in scena ci sono gli attori Giuseppe Aceto, Alessandro Bandini, Michelangelo Dalisi, Giovanni Drago, Sebastian Luque Herrera, Anna Manella, Alberto Marcello, Francesca Osso, Aurora Spreafico. Le scene sono di Paolo Di Benedetto, i costumi di Margherita Baldoni, le luci di Fabio Bozzetta e progetto sonoro di Franco Visioli. L’assistente alla regia è Alice Sinigaglia, mentre l’assistente scenografo è Andrea Colombo. La produzione è LAC Lugano Arte e Cultura, in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Centro D’arte Contemporanea Teatro Carcano e Associazione Culturale Arca Azzurra. Il partner di ricerca è Clinica Luganese Moncucco.
Sabato alle ore 17 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini per 'Oltre la scena' la compagnia incontrerà il pubblico.
Informazioni: Teatro Rossini 0721 387621, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli: giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.