Sulla formazione di briganti conosciuta come banda Grossi, che nel secondo ‘800 fu il più rilevante fenomeno criminale nella provincia di Pesaro e Urbino, intrecciandosi – all’alba dell’Unità nazionale – con tutti i problemi del nuovo Regno, dall’ostilità del clero alla diffusa renitenza alla leva militare, sembrava si fosse detto, sentito e scritto tutto.
Ma l’Autore ha intercettato una testimonianza orale tramandata per generazioni, una voce
ormai flebile dopo un secolo e mezzo, e l'ha riscontrata – si direbbe con fondamento – rileggendo le
antiche carte processuale.
La vicenda è quella nota, l'esito non cambia: la formazione di briganti viene annientata nella
tarda estate del 1862; nel giugno del 1864 un grande processo, a livello di corte d’assise, si svolge a
Pesaro contro i masnadieri superstiti ed emette condanne esemplari.
Ma qualcosa sembra non essere andato come si è sempre creduto, o almeno come è sempre
stato affermato dai regi carabinieri che si prodigarono per l’arresto degli assassini, dai giudici
istruttori che interrogarono centinaia di testi e di parti lese, da chi sostenne l’accusa, dagli avvocati
difensori, da alcuni degli stessi imputati, infine dalle sentenze emesse dai giudici di corte d’assise.
Serafino Giulietti, già docente di Lettere negli Istituti superiori, ha condotto diverse ricerche di
carattere storico e letterario. È autore fra l’altro di Casa Donati. Una famiglia nella Storia d’Italia
(2018) che traccia le vicende di un casato dalla fine dell’antico regime in poi; di I nomi, i tempi, le
terre. Racconti del Millennio (2000) e del più recente Storie di funghi e fungaioli (2021), che è un
libro di memorie familiari e paesane.
Ingresso libero senza prenotazione nel rispetto delle vigenti norme sanitarie
(green pass, mascherine, distanziamento)
Info 0721 26773