Inaugura sabato 21 settembre (ore 18.30), ‘CAPITALE’ DEL DISEGNO. Raffaello, Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana, la mostra è a cura di Anna Cerboni Baiardi con Anna Maria Ambrosini Massari che presenta circa 40 opere grafiche conservate nella Biblioteca Oliveriana - uno dei centri nevralgici della cultura di questa città, custode di un inestimabile patrimonio storico -, prodotte dalle abili mani di Raffaello, Federico Barocci, Simone Cantarini e Giovanni Andrea Lazzarini. I disegni entrano in dialogo con la collezione permanente dei musei pesaresi, per offrire una mostra che diviene esperienza sensibile, emotiva e cognitiva.
Per questa proposta che fa parte del palinsesto ufficiale di Pesaro 2024, il disegno viene proposto come potentissimo segno di comunicazione e trasmissione del sapere e delle idee. L'esposizione sarà visitabile fino al 17 novembre nelle sale delle collezioni permanenti dei Musei Civici.
La mostra è promossa da Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria - Centro arti visive, con il contributo della Regione Marche, in collaborazione con Ente Olivieri - Biblioteca e Musei Oliveriani e Pesaro Musei, in partenariato con l’Accademia Raffaello di Urbino. L’organizzazione è di Maggioli Cultura e Turismo.
I disegni esposti appartengono alla collezione Viti Antaldi e tracciano un ideale percorso con alcuni dei principali artisti che si sono avvicendati in questo territorio tra il XVI e il XVIII secolo: l’urbinate Federico Barocci (1533-1612), attivo per il duca Francesco Maria II della Rovere insieme ai suoi valenti seguaci; i pesaresi Simone Cantarini (1612-1648), genio inquieto e innovativo, e Giovanni Andrea Lazzarini (1710-1801), protagonista del Settecento nella sua città natale e nelle Marche. Tutti questi si sono trovati a riflettere, in tempi e modi diversi, sull’opera del grande Raffaello (1483-1520) che, nato a Urbino e infine chiamato da papa Giulio II a Roma, ha dato vita a opere ritenute così perfette da diventare modelli inesauribili per le generazioni future. Centrale nella mostra è quindi la figura di Raffaello, il cui contributo viene arricchito attraverso strumenti e metodi digitali. ‘Capitale’ del disegno diventa così per il visitatore anche esperienza sensibile, emotiva e cognitiva.
Spiega la curatrice Anna Cerboni Baiardi: “La mostra mette in luce una delle più significative realtà storico artistiche della città di Pesaro: la collezione di disegni Viti Antaldi conservata nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, nota nei secoli passati per il gran numero di autografi di Raffaello, oggi vanto delle più prestigiose raccolte del mondo. I disegni scelti per l’occasione tracciano un ideale percorso da Raffaello a Lazzarini, passando attraverso Federico Barocci, i suoi allievi e Simone Cantarini. Per ognuno di questi l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. I disegni permettono al visitatore di entrare nella dimensione più creativa dell’elaborazione artistica, di ammirare il valore sintetico di una linea o la morbidezza di un segno sfumato, di godere di un’immagine funzionale a un progetto o semplicemente di un esercizio di stile fine a se stesso. In diversi casi i fogli dialogano con alcuni dipinti selezionati, normalmente compresi nel percorso museale, ma anche con opere inedite o poco note offerte per l’occasione da collezionisti pubblici e privati che arricchiscono la conoscenza e la ricerca”.
Le sezioni
Raffaello, Barocci, Cantarini e Lazzarini sono gli artisti protagonisti della mostra ai Musei Civici di Pesaro. Per ognuno di loro l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. I disegni esposti provengono dalla Collezione Viti Antaldi che ammonta oggi a 803 fogli di maestri, epoche e scuole differenti.
Centrale nel progetto espositivo è la figura del grande Raffaello (1483-1520): dei tanti disegni di Raffaello che avevano resa famosa la Collezione Viti Antaldi ne resta solo uno, ma estremamente importante: lo Studio di figura, disegno riconducibile alla prima attività dell’artista, preparatorio per la figura di Cristo nella Resurrezione conservata nel Museu de Arte di San Paolo del Brasile. Il prezioso foglio oliveriano, oltre a richiamare simbolicamente gli esordi di questa prestigiosa collezione, vuole evocare l’importanza che l’opera di Raffaello ebbe per gli artisti successivi. Tra questi anche i pittori che la mostra intende celebrare: dai più vicini Barocci e Cantarini, al Lazzarini che operò a distanza di due secoli dal grande Urbinate. Raffaello non fu soltanto un campione della pittura, ma anche un eccellente disegnatore. Attraverso i suoi esercizi grafici, conservati nei principali musei del mondo, la linea sintetica di alcuni o la morbidezza chiaroscurale di altri, è possibile seguire le diverse fasi di progettazione delle opere, dai primi abbozzi al cartone preparatorio, comprendere lo svolgersi del suo pensiero, riconoscere riferimenti e cambiamenti e perfino capire il ruolo che il disegno poteva assumere nel dialogo con la sua bottega. Grazie ai sistemi multimediali è possibile ricostruire parte del prezioso nucleo raffaellesco della Collezione Viti Antaldi, riportando a casa anche i meravigliosi disegni oggi conservati all’Ashmolean Museum di Oxford.
Sebbene abbia scelto di rimanere nella sua città natale, Federico Barocci (1533-1612) è stato al centro della scena artistica italiana ed europea per quasi un secolo e si è imposto tra i più richiesti autori di opere sacre della seconda metà del Cinquecento. I fogli esposti in mostra esemplificano la sorprendente ricchezza del suo segno, passando da esiti più geometrizzanti, come quelli per la parte superiore della Deposizione di Senigallia, dove si registra la prima idea dei movimenti delle figure, a quelli ben più pittorici degli studi per l’Ultima cena di Urbino, o per la Circoncisione del Louvre, un tempo sull’altare maggiore della chiesa pesarese del Nome di Dio che tenne impegnato l’artista per molti anni. Insieme ai disegni sono esposti alcuni ritratti che, realizzati da artisti barocceschi, vogliono ricordare non solo uno dei generi più cari a Federico, ma anche evocare l’indagine introspettiva che i suoi allievi e seguaci si impegnarono a proseguire.
Simone Cantarini detto il Pesarese (1612-1648) si formò nella realtà culturale del ducato urbinate. Fu particolarmente prolifico anche nella produzione grafica. Il ricco corpus di disegni dimostra, insieme all’acquaforte, che praticò con formidabili risultati, la sua grande facilità inventiva, testimoniata in mostra da alcuni fogli diversi per tipologie: alcuni sono semplici schizzi a penna, altri, più rifiniti a pietra rossa, possono essere preparatori per opere pittoriche come la Trasfigurazione di Cristo della Pinacoteca Vaticana (1637). Insieme ai dipinti pesaresi normalmente esposti nella stessa sala, vengono presentati per l’occasione la Sacra Famiglia con santa Marta delle raccolte di Intesa Sanpaolo, riferibile alla prima attività del Pesarese ispirata a modelli barocceschi, e un’inedita Adorazione dei Magi di collezione privata.
Il canonico Giovanni Andrea Lazzarini (1710-1801) fu il principale artista pesarese del suo tempo, responsabile della creazione a Pesaro di una frequentata scuola d’arte. Maturò artisticamente a Roma nel culto dell’antico e dei grandi maestri del classicismo seicentesco, ma soprattutto nel mito di Raffaello. Anche per Lazzarini, ultimo protagonista del percorso espositivo, il disegno costituisce un fondamentale strumento di lavoro di cui si serve in ogni occasione: per studiare i modelli durante il periodo romano, per progettare e mettere a punto l’opera pittorica, per dialogare con i suoi collaboratori attraverso il linguaggio delle immagini. I fogli presentati raccontano tipologie grafiche diverse: primi pensieri, sui quali sarebbe tornato, per una delle opere della chiesa pesarese della Maddalena o per la pala di Gualdo (Forlì); modelli definitivi ben più pittorici per la Santa Illuminata di Massa Martana (Perugia); fogli di studio più disordinati per elaborare un Riposo nella fuga in Egitto, tema che amò particolarmente. Lo Studio per san
Giuseppe da Copertino documenta, infine, il progetto per un’opera un tempo nella chiesa di San Francesco a Pesaro, al momento dispersa.
Il percorso espositivo è arricchito anche da opere rappresentative di alcuni degli artisti più direttamente legati a Barocci, promettenti collaboratori cresciuti nella sua bottega nel continuo esercizio del disegno e degli accordi cromatici modulati sulle tele, in grado di rispondere alle esigenze del maestro, sempre al lavoro su vecchie e nuove commissioni, così come su repliche e derivazioni. Il più anziano è Antonio Cimatori detto “Visacci” (1550 ca.-1623). Erano coetanei Antonio Viviani detto il Sordo (1560-1620), attivo nel Ducato ma anche a Roma, e il fedelissimo Ventura Mazza (1560-1638) da Cantiano che, morto Federico, concluse alcune sue tele e proseguì l’attività di copista delle opere più celebri del maestro. Chiude la rassegna il pesarese Giovan Giacomo Pandolfi (1567-1636 ca.) che, ponendosi in stretta contiguità con Federico Zuccari, non è annoverabile tra gli allievi diretti di Barocci di cui subì però l’influsso. Le sue doti disegnative trovarono continuità nell’opera del suo miglior allievo, Simone Cantarini.
'CAPITALE’ DEL DISEGNO. Raffaello, Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana per Pesaro 2024
Palazzo Mosca – Musei Civici, piazza Mosca, 29.
22 settembre – 17 novembre 2024
A cura di Anna Cerboni Baiardi con Anna Maria Ambrosini Massari
Orario
22-30 settembre: martedì-domenica e festivi 10-13 / 16-19
da ottobre: martedì-domenica e festivi 10-13 / 15.30-18.30
Ingresso con Card Pesaro Capitale: intero 14€; ridotto 8€ (gruppi min. 15 persone, studenti universitari, possessori di Card Pesaro Cult, gruppi accompagnati da guida turistica con patentino, convenzionati)
gratuito fino a 18 anni, soci ICOM, giornalisti muniti di regolare tesserino, disabili e accompagnatore, studenti del Conservatorio Statale di Musica G. Rossini, possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro.
info 0721 387541- info@pesaromusei.it | www.pesaromusei.it