«Dispiace per il clima teso che si è creato oggi durante un incontro privato partito dalla richiesta di un genitore di alunni della scuola di viale Trieste, estesa poi ad altre mamme, per avere delucidazioni sulla questione delle antenne, che purtroppo si è trasformato in un dibattito pubblico a causa “dell’imboscata” di alcune persone più interessate a prendere voti che a risolvere il problema. Questo è il modo di fare dei consiglieri di opposizione, che seppur non invitati, si sono presentati all’incontro. L’incontro pubblico con un confronto civile è accettabile, non lo è nel momento in cui si trasforma in un incontro per fare disinformazione e propaganda politica.
Mi sono confrontata con alcune mamme di cui rispetto le preoccupazioni sulla questione. Mi sono accordata con loro per ricevere una rappresentanza dei genitori in un ulteriore incontro entro i prossimi dieci giorni, per poter garantire la presenza dei tecnici di Polab (ditta specializzata nel campo dell'elettromagnetismo ambientale che realizza il piano, progetti e monitoraggi per il Comune di Pesaro ) Insieme a loro, augurandoci che il clima dell’incontro sia più disteso, adatto al dialogo e nel rispetto reciproco, risponderemo alle domande dei genitori che ci sono state poste oggi e a tutte quelle che vorranno sottoporci. Ci tengo a sottolineare che la nostra porta è sempre aperta e lo è stata anche nei mesi scorsi quando, dopo la presentazione del nuovo Piano antenne, abbiamo organizzato incontri, anche online, per spiegare alla cittadinanza, associazioni e stake holder la proposta di revisione del Regolamento comunale e Piano di rete per l’installazione degli impianti di telefonia mobile del Comune. La decisione di posizionare le due antenne in zona mare fa riferimento al Piano delle Antenne del 2019. Ricordo che quando si tratta di autorizzazioni legate a piani antecedenti, l’Amministrazione non ha strumenti normativi per modificarlo. Le antenne sono considerati servizi di “pubblica utilità”, quindi l’unica cosa che possiamo fare è che venga rispettata la legge nazionale, come già facciamo ad esempio, attraverso il monitoraggio continuo. Da quando è esploso il tema delle antenne il Comune ha sempre cercato di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione dei comuni per regolamentare, limitare la diffusione e ridurre gli areali di ricerca, cioè i siti di posizionamento delle antenne. basti pensare che nel 2023 da oltre 100 richieste arrivate abbiamo autorizzato solo 35 siti (7 privati e 28 pubblici), soddisfacendo ben l’80% degli utenti. Un lavoro in parte vanificato dalla norma approvata dal governo Meloni che ha aumentato I limiti di emissione da 6 a 15 Vm, mantenendo purtroppo la modalità di misurazione dello sforamento nella media delle 24h, invece che nei sei minuti come avviene in tutta Europa. A mio parere una cosa molto grave, e il perché di questa azione andrebbe chiesta al centro destra, che deve prendersi le proprie responsabilità rispetto alle richieste dei cittadini».