Pesaro Capitale italiana della cultura ricorda il centenario della nascita di Paolo Volponi (Urbino, 6 febbraio 1924 – Ancona 1994), uno degli intellettuali più rappresentativi dell’Italia del secondo Novecento che con i suoi romanzi ha raccontato le contraddizioni e i limiti della società industriale. Allo scrittore marchigiano di Lanciatore di giavellotto o Sipario Ducale – solo per citare due dei suoi capolavori – sono dedicati due incontri, entrambi a Palazzo Ciacchi, sede di Confindustria Pesaro Urbino.
Si parte martedì 6 febbraio (ore 17.30) a Palazzo Ciacchi: Enrico Capodaglio presenta il suo saggio Paolo Volponi Romanziere. Il fascino della societa' (Associazione “La Luna”, Grafiche Fioroni, gennaio 2021). Giorgio Donini sarà invece la voce recitante. I romanzi di Volponi sono pieni di anarchici e autarchici, di lottatori solitari, di uomini e donne in conflitto con la società, con l’industria soprattutto e con la politica, con la città in cui vivono, con il contesto storico e geografico, eppure i loro dolori, le insoddisfazioni, le angosce non sono mai per ragioni private, sentimentali, affettive soltanto. Ci sono drammi d’amore nella sua opera, come quello di Norma nel Lanciatore di giavellotto, e di Massimina nella Macchina mondiale mentre nel Sipario ducale è dipinta in modo magnifico la storia di un amore adulto e solidale tra Vivès e Gaspare. Ma in ogni caso i sentimenti sono orchestrati con l’urgente passione politica, nel senso più largo, dell’autore. I suoi protagonisti soffrono perché non possono appartenere alla comunità attiva e giusta che vorrebbero e come la vorrebbero. Essi sentono sempre allora, in ogni condizione, il fascino della società. La prosa dell’autore è poetica quasi come lo sono i suoi versi, piena di immagini e di pensieri, disegnando un’antropologia dell’Italia, attraverso i decenni, dal fascismo agli anni 80, ricca e colorata, irta di conflitti e dolori, ma anche di speranze spaziose e di passioni generose che i suoi romanzi esprimono con una vitalità rigogliosa.
Mercoledì 7 febbraio (ore 17.30) il secondo appuntamento della rassegna ‘Oltre l’effimero’ è dedicato a Il lanciatore di giavellotto, uno dei libri più forti e inquietanti di Volponi. Uscito per Einaudi nel 1981, è un particolarissimo romanzo di formazione (“un Bildungsroman alla rovescia” lo definisce con precisione Emanuele Zinato) che racconta la crescita di un adolescente in una cittadina delle Marche (Fossombrone) durante il fascismo: i rapporti non facili col padre vasaio, la dolorosa scoperta che la madre è l’amante di un gerarca fascista, l’impoetica scoperta del sesso nei modi e nei luoghi del tempo. La narrazione è sempre sostenuta dalla lingua ricca e immaginifica di Volponi. Ne parleranno, partendo da angolature diverse, Giuliano Martufi, ideatore e curatore della rassegna, lo storico del Novecento Emilio Gentile e lo scrittore Paolo Teobaldi: tre vecchi compagni di classe che hanno frequentato il Liceo-Ginnasio “Terenzio Mamiani” negli anni sessanta del secolo scorso.
Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti