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Ricci in consiglio comunale: «Ecco le grandi sfide»

Turismo, cultura, nuova urbanistica, ambiente. Il sindaco: la città merita grandi ambizioni, lavoreremo per segnare il mandato

Matteo Ricci giura in consiglio comunale: «In bocca al lupo a tutti. Ringrazio i candidati a sindaco: è stata una campagna elettorale tosta ma leale. Ora ci aspettiamo un’opposizione dura ma anche rispettosa. Con l’accento sull’interesse della città». Prima la premessa: «Pesaro ha una grande storia democratica, dobbiamo essere all’altezza di chi ci ha preceduto in consiglio». Poi il riepilogo:  «La crisi ci ha colpito ma la città è in piedi. Ovviamente c’è meno ricchezza e meno lavoro di un tempo. Ma negli anni abbiamo tenuto sulla coesione sociale. Ed è rimasta la voglia di fare impresa. Due elementi non scontati». Che «tuttavia non nascondono i problemi che restano». Ricci «preoccupato» sulla situazione economica del Paese: «Pensavamo di avere ripreso il cammino della crescita, ma i dati di previsione economica sono stati completamente ridimensionati. Temo che nei prossimi mesi arriveranno correzioni complesse sulla legge di bilancio. Che potrebbero penalizzare anche il comparto degli enti locali».

ACCELERARE – Così, «il lavoro continuerà ad essere il pensiero principale. Useremo tutte le leve che abbiamo: in primis insistendo sugli investimenti pubblici». La linea resta «riequilibrare l’economia della città. Che si reggerà sempre sulla manifattura, mobile e meccanica in primis. Contestualmente, tuttavia, rimarrà la spinta su turismo e servizi. Dove ogni anno abbiamo fatto passi avanti: andremo avanti». Puntando sulle unicità: «La musica è il traino per veicolare l’offerta culturale. Domani sarà una giornata memorabile con l’inaugurazione del Museo Rossini, un investimento che durerà negli anni. Come la Sonosfera e l’auditorium che nascerà al vecchio palas». Per guardare alle nuove sfide: «Nei prossimi giorni incontrerò il sindaco di Urbino. Sono convinto che troveremo un accordo sulla candidatura congiunta a ‘città europea della cultura 2033’. Per essere ancora più competitivi rispetto alla costruzione della rete con i centri culturali del Paese, al di là dell’asse tradizionale Roma-Firenze-Venezia». Poi l’identità balneare («la rafforzeremo»), la bicipolitana («crescerà nei quartieri periferici, sperimenteremo anche su bici elettriche e monopattini»), la ‘terra di piloti e motori’ e il San Bartolo. Passando per lo sport: «Continueremo a investire sugli impianti sportivi per candidarci a ogni manifestazione. Dopo le finali di Coppa Italia di basket, ci proveremo con i mondiali di triathlon, Beach Games 2023 e Giochi del Mediterraneo 2025»

ABBRACCIARE - «Crediamo in una città aperta e integrata. Che non solo è più giusta ma anche più sicura. E’ una sfida cultura in cui crediamo, nonostante le difficoltà del momento. Chiusura, confini e paura producono ingiustizia e insicurezza. Abbiamo aumentato la spesa del welfare di due milioni in questi anni: consolideremo le politiche sociali. Concentrandoci anche sul tema delle politiche abitative, vedi via Mazza e via della Vetreria». Il sindaco non tralascia l’invecchiamento della popolazione : «Nuove sfide non solo per i non autosufficienti ma anche per gli attivi: per questo pensiamo a nuove strutture, con concorso di idee, nella parte più vecchia del San Salvatore. Alla luce del nuovo ospedale di Muraglia, su cui chiediamo alla Regione di fare presto».  Quindi i servizi per bisogni sull’autismo e «la battaglia contro la droga, con il rafforzamento dell’attività di prevenzione nella scuole». Prima della virata sulle politiche educative: «Orgogliosi della nostra tradizione. Stiamo ultimando una nuova media a Pantano (con palestra, ndr). Per il futuro programmiamo la nuova Mascarucci. E scioglieremo il nodo della viabilità nella scuola di Santa Maria delle Fabbrecce». Capitolo natalità: «E’ legata a dinamiche più grandi di noi. Ma dobbiamo fare tutti gli sforzi che possiamo per aiutare chi fa figli. Da settembre ci sarà uno sconto del 20 per cento sui nidi per la fascia Isee tra 8 e 25mila euro. Nel 2020 l’obiettivo è andare avanti con le mense scolastiche, compatibilmente al bilancio». Sulla vivacità «continueremo a batterci per evitare gli esodi verso la Romagna dei giovani. Rafforzando il modello estivo e facendo di più sulla finestra invernale. E’ un tema che ha a che fare con la sicurezza dei ragazzi e della famiglie».

RESPIRARE – Ambiente e dintorni: «Insisteremo sul concetto di città-giardino. Sulla differenziata abbiamo superato il 70 per cento: ora vogliamo aumentare la qualità della raccolta. In futuro arriveranno gli 11 boschi nei quartieri con le opere di mitigazione di Autostrade. Vogliamo fare respirare la città. Anche chiudendo questioni storiche come la bonifica dell’ex Amga. Dove faremo un parco». Sottolineatura urbanistica: «Non possiamo più consumare nuovo territorio. Saremo la prima amministrazione che non progetterà l’espansione di Pesaro. La sfida sarà trasformare la città costruita. Gli atti che andranno in consiglio cambieranno l’impostazione: i piani regolatori degli anni di Tornati e Giovanelli sono sovradimensionati. Il ripensamento avverrà nel segno della semplificazione e della flessibilità. A partire dalle zone di via Fermo e via Toscana».  Poi la trasformazione di via dell’Acquedotto e zona intorno alla stazione «con gli 11 milioni del bando periferie»; le operazioni sui grandi contenitori (il sindaco cita, oltre al vecchio palas, ex tribunale, Palazzo Ricci, San Domenico, San Benedetto, ex carcere minorile, Orti Giulii); le relazioni da consolidare con Fano, l’Unione dei Comuni («non c’è futuro ognuno per sé: speriamo che Montelabbate ci ripensi, siamo preoccupati per la situazione di Monteciccardo»), Urbino («possiamo rilanciare insieme anche il tema del migliore collegamento viario: opportunità nuove con il passaggio all’Anas della Montelabbatese»), Regione Marche  ma anche Bologna, «nostro principale hub infrastrutturale».  Insomma: «Orgogliosi di vivere in una realtà di provincia: significa stare coi piedi per terra e pedalare più forte degli altri. Ma senza essere provinciali, perché Pesaro merita grandi ambizioni. E nei momenti che contano ha dimostrato di esserci: nel Dopoguerra, negli anni Sessanta con il primo piano intercomunale, negli anni Settanta con Stefanini. Può farlo anche ora…».  

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