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Ricci e Vimini: «Rof da record nel 2018, volano per sviluppo economico e culturale»

Il sindaco: avanti con la strategia anche nel post 150esimo

PESARO – «Edizione record del Rossini Opera Festival. Ottima critica, notevole ritorno d’immagine. E numeri incredibili, in particolare sugli stranieri, per un pubblico di grande qualità. Con innesti innovativi come Ranieri e registi come Pizzi è stato costruito un Festival speciale». Così Matteo Ricci, presentando il resoconto dell’edizione 2018 del Rossini Opera Festival e il bilancio consolidato 2017, con il vicesindaco e presidente Rof Daniele Vimini e il sovrintendente Ernesto Palacio. «Ora siamo al lavoro sul post 150esimo con Rof, Fondazione Rossini e Conservatorio. L’anniversario – prosegue Ricci - sta diventando sempre più un’occasione di promozione della città. Ma può essere un volano per lo sviluppo economico e culturale anche in futuro. Attraverso il Rof il mondo viene a Pesaro, ora la sfida è portare Pesaro e il Rof nel mondo». Quindi: «Parliamo di una strategia economica e occupazionale che possa durare tutto l’anno. Con effetti virtuosi: lo si evince anche dai numeri del bilancio consolidato del Festival». Non solo: «Il disegno partito con il 150esimo è anche un modo per valorizzare ed esportare il talento e la creatività dietro alle produzioni che si creano a Pesaro. Stiamo costruendo una rete nazionale e internazionale che per noi rappresenta un grande investimento. I risultati del Rof dimostrano che siamo sulla strada giusta», commenta il sindaco.

CONSUNTIVO -  I dati definitivi del 2018 indicano «18.260 presenze e 1.391.137 euro di incasso. Sono le cifre più alte nella storia del Rof. Un’edizione molto apprezzata dal pubblico e dalla critica. Seguita dai media di 25 Paesi», rimarca Palacio. La percentuale di stranieri, tra il pubblico, si attestata al 67 per cento. Con 45 nazioni presenti: ai primi posti Francia, Germania, Regno Unito, Giappone, Stati Uniti, Austria, Svizzera, Belgio, Spagna e Russia. «Tema rilevante è quello degli occupati nei 12 mesi – specifica Vimini -. Un dato positivo, che amplia le ricadute virtuose, derivante dal lavoro impostato al di là del periodo canonico del Festival. Come nel caso del riallestimento in Oman de ‘L’occasione fa il ladro’. Il Rof mette a disposizione del territorio know how di professionalità. Con una proiezione estera che ha sposato il lavoro sulle celebrazioni rossiniane. Di qui, grazie alla collaborazione con il comitato per le Celebrazioni rossiniane e con il ministero degli Affari esteri, si sono tenuti o si terranno a breve recital, masterclass, conferenze e cicli di videoproiezioni a Jakarta, Cracovia, Tirana, Valona, Pristina, Hannover, Nicosia, Strasburgo, Lima, Berlino, Wolfsburg, Astana, Amsterdam, Marsiglia, Buenos Aires, Vienna, Riga, Sydney, Garmisch-Panterkirchen, Atene, Parigi, Kuala Lumpur». Sul futuro: «Siamo nella sfida di lavorare verso il nuovo auditorium già dalla prossima edizione. Su questo – osserva Vimini -  non possiamo sciogliere il dubbio oggi con certezza, a causa degli aspetti tecnici. Ma il nuovo Palafestival dedicato a Scavolini, in ogni caso, manterrà sostanzialmente le capienze per le opere dell’attuale AdriaticArena e riuscirà ad ospitare due produzioni contemporaneamente». Il quarantesimo Rossini Opera Festival (11-23 agosto 2019, ndr), anticipa Palacio, «presenterà due nuove produzioni: ‘Semiramide’ (direttore: Michele Mariotti; regista: Graham Vick) e ‘L’equivoco stravagante’ (direttore: Carlo Rizzi; registi: Moshe Leiser e Patrice Caurier)». In cartellone anche la ripresa di Demetrio e Polibio, messa in scena nel 2010 da Davide Livermore, diretta da Paolo Arrivabeni. «Avremo 23 spettacoli, uno in più rispetto al 2018. Oltre a uno speciale concerto di gala celebrativo dei 40 anni del Rof, con 16 cantanti importanti», chiude il sovrintendente.  

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