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Potenziamento della Bologna-Lecce, il ministro Giovannini e il sindaco Ricci: «Opportunità storica per il territorio e il Paese, anche in chiave europea»

«Il potenziamento della tratta ferroviaria Bologna-Lecce è una decisione storica, da non perdere, un corridoio chiave per l'Ue e per tutto il territorio». Lo hanno ribadito in un coro unanime il ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, durante l’incontro di oggi pomeriggio “La ferrovia Adriatica e il piano infrastrutturale del Paese – la Green Line e Pesaro che cambia”. 

«Ringrazio il Ministro Giovannini per la sua presenza, un grande onore averlo nella nostra città - ha detto Ricci in apertura dei lavori -. È uno dei ministri più dinamici e importanti in questa fase storica del nostro Paese. Il futuro della nostra economia e dei nostri territori è legato alla capacità che avremo di modernizzare il Paese, attraverso investimenti infrastrutturali realizzati in particolar modo con la grande occasione che arriva dall’Europa. Giovannini più di ogni altro sta sostenendo l’azione del premier Draghi nel rispettare i tempi dell’accordo con l’Europa. La politica ha una grande responsabilità: non si possono bloccare o ritardare le riforme,  rischiamo di perdere un’opportunità storica per il Paese». Dentro il piano infrastrutturale illustrato oggi dal Ministro Giovannini, «ci sono anche le esigenze del nostro territorio, che storicamente soffre un deficit infrastrutturale in particolar modo per l’attraversamento est-ovest. Sono in corso impegni importanti legati ad alcune infrastrutture», il sindaco ha ricordato la Guinza, «opera oggi commissariata un’arteria fondamentale per collegare i due mari», così come sono importanti la Orte-Falconara, la Salaria, gli investimenti sui porti e l’aeroporto. Poi il tema del treno, «l’alta velocità ha cambiato il modo di spostarsi, perché più veloce, più comodo, meno costoso e più sicuro. Grazie alla caparbietà del Ministro Giovannini e alla disponibilità del premier Draghi e del Ministro Franco, nell’ultima legge di bilancio il Governo ha stanziato 5 miliardi per il potenziamento della Bologna-Lecce». Sono fondi del Bilancio pluriennale dello Stato, suddivisi in 5 regioni: Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia. «In questo progetto il nodo di Pesaro è centrale, perché allo stato attuale rallenta qualsiasi piano di velocizzazione, ma se portato avanti consentirebbe un risparmio di tempo di ben 9 minuti, su un’ora complessiva del progetto. Negli anni abbiamo lavorato a delle idee progettuali che sembravano destinate al libro dei sogni, ma oggi quelle idee tornano di grande attualità. Dobbiamo uscire da discussioni campanilistiche senza senso ed entrare dentro una discussione strategica per comprendere come tutta la regione deve stare all’interno del progetto. L’arretramento che abbiamo previsto segue l’autostrada, la stazione rimarrà centrale, non si perderanno passeggeri, ma consentirà di intercettare il trasporto delle merci». Un progetto dal costo complessivo di 1,2miliardi di euro, «investimento più grande mai visto nel nostro territorio, strategico e fondamentale per lo sviluppo e per l’ambiente, che prevede anche la realizzazione della Green Line. Una nuova circonvallazione sostenibile, un tratto sormontabile e attraversabile a piedi e in bicicletta, al posto delle attuali rotaie. Un modo per trasformare uno spazio di divisione in uno spazio di unione». Al lavoro anche per Fano, Ricci ha ricordato anche l’impegno per la città del sindaco Seri: «Rientra nell’idea di sviluppo urbanistico della nostra provincia. Le due città possono avere caratteristiche simili nel tipo di arretramento e una nuova stazione in grado di tenere insieme sia passeggeri che merci. Il Comune di Fano ha individuato tre ipotesi di tracciato, con caratteristiche simili alle attuali». Infine, «la politica non può giocare su investimenti come questi – ha concluso Ricci - per il futuro dei nostri figli. Occorre mettersi a tavolino per portare avanti questa strategia, sapendo che l’arretramento va realizzato se funzionale, come nel nostro caso». 

Il Ministro Giovannini ha ricordato come il potenziamento della ferroviaria sia un’occasione storica per il Paese. «L’Europa ha giudicato, quello italiano il migliore Pnrr. Ma non potevamo fermarci qui, perché il disegno tracciato non citava l’Adriatica: connessione tra nord, centro e sud Italia per le merci. Se non avessimo fatto un investimento in questa tratta avremmo lasciato un collo di bottiglia. Ogni Paese europeo ha una rete TEN-T grazie a cui riceve finanziamenti. Abbiamo quindi preso il coraggio a 5 mani e abbiamo scelto di mettere a bilancio 5 miliardi per la velocizzazione e il potenziamento tecnologico dell’Adriatica. Con questa mossa, abbiamo convinto la Commissione Europea a inserire l’Adriatica tra le reti TEN-T ottenendo un risultato storico. Siamo l'unico Paese che, a questo punto, ha due corridoi». Ma questo, «È un progetto da far crescere insieme, negli anni, anche con fondi nazionali. I progetti preliminari immaginati finora sono già nel vincolo di bilancio ma ci rendiamo conto che una ferrovia potenziata possa portare a disagi. Li affronteremo insieme alle regioni interessate per portare nuove risorse, già nella prossima finanziaria». Tema “rigenerazione urbana”, per il Ministro è «inscindibile da quello della mobilità»: «L’esempio della Green Line del sindaco Ricci è tra quelli che si stanno ponendo diversi territori d’Italia» ha aggiunto citando Bologna e il collegamento che sorgerà con il Polo della Ricerca nell’area retrostante la stazione. «Non stiamo parlando solo di trasporti, non solo di una ferrovia, ma di un’opportunità che il nostro Paese si sta dando per migliorare le dimensioni del proprio sviluppo, che comprende anche quello delle città».  Sui fondi, «Avere già 230 miliardi sui 300 non lo chiamerei un libro dei sogni. Con il Ministro Franco abbiamo concordato che ci saranno nuovi investimenti per rafforzare questa scelta fatta su investimenti strategici per il Paese». Che non comprendono, «ciò che qualcuno sognava di fare: una linea dritta, a 30 chilometri dalla costa, da Bologna a Bari che non si capisce chi avrebbe dovuto servire, e che magari avrebbe tagliato fuori il tessuto produttivo». Il progetto per l’Adriatica, è un «Arretramento ragionevole, ragionato, che risponde a dei criteri» ha detto il Ministro prima di ricordare che, da aggiungere ai fondi Pnrr, «Ci sono oltre 50 miliardi di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027; fondi che saranno programmati e decisi da regioni e comuni. È ora il momento in cui decidere come usarli» ha concluso. 

A moderare l’incontro l’assessore alla Rapidità di Pesaro Mila Della Dora: «L'arretramento della ferrovia è uno dei grandi progetti che il Sindaco lascia in eredità alla città. È un'occasione strategica per Pesaro e per le Marche non solo perché ci permetterebbe di superare le problematiche legate alla tortuosità del tracciato facendo risparmiare minuti preziosi. Con il nuovo tracciato sarebbe possibile fare una nuova stazione che potrebbe mantenere l'attuale traffico passeggeri e potenziarlo. Non ultimo la nuova collocazione vedrebbe facilitato il trasporto merci su rotaia, rispetto a quello su gomma. Una terza grande opportunità che deriva dall'arretramento della ferrovia riguarda la possibilità di ridisegnare la città in chiave ecosostenibile. Tra i molteplici aspetti che sono stati evidenziati in questo testo c'è la trasformazione dell'attuale tracciato in un passante verde destinato a sviluppare la mobilità ciclopedonale e quella pubblica elettrica, riconnettendo il tessuto urbano della città consentendo di migliorare e implementare la rete ecologica del territorio».

Durante l’incontro, che si è svolto nella sala della Prefettura, sono intervenuti anche il Rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini «Il valore dell’investimento è tanto importante quanto il fattore di crescita economica e sociale che produce. Mi auguro di vedere il prima possibile questo tracciato ferroviario e che gli amministratori del territorio portino avanti questo progetto». La presidente di Confindustria Alessandra  Baronciani, «è il momento di pensare oltre, pensare in grande. Un progetto che coinvolge tutte le imprese del territorio». Roberto Rossini, in rappresentanza di Cgil-Cisl-Uil provincia di Pesaro e Urbino: «Invito la politica e le amministrazioni locali a riportare la discussione nel merito; invito poi il Governo a decidere: un’opera pubblica che riguarda il Paese non può essere interrotta per questioni locali, urbanistiche».

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