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Pietro Tedeschi. Pesaro 1744 - Roma 1812. Presentazione libro

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Venerdì 30 luglio alle ore 21 nella chiesa di Sant’Agostino (corso XI Settembre, Pesaro) presentazione del volume "Pietro Tedeschi. Pesaro 1744 - Roma 1812", a cura di Giovanna Patrignani, pubblicato dalla Metauro Edizioni nel novembre 2020, e che ha già riscosso notevole successo di critica e di pubblico.

Interverranno Don Stefano Brizi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Pesaro e parroco di Sant’Agostino, l’editore Corrado Donati, Roberto Domenichini direttore dell’Archivio di Stato di Pesaro-Urbino, Giovanna Patrignani curatrice del volume, gli storici dell’arte Grazia Calegari e Alessandro Marchi, che sono anche tra gli autori del libro.

Quelli che dovevano essere gli atti del convegno organizzato il 27 maggio 2017 dall’Archivio di Stato di Pesaro sul pittore pesarese, finora poco studiato dalla critica e quindi rimasto pressoché sconosciuto, si sono dilatati ad una vera e propria monografia, in cui ai relatori si sono aggiunti altri autorevoli studiosi, per un totale di 24 autori con 34 testi che compongono il ponderoso volume di 374 pagine, illustrato da un ricco e pregevole apparato iconografico a colori di oltre un centinaio di foto, fra cui tutti i suoi numerosi dipinti finora emersi.
Il volume viene presentato nella bella e antica chiesa pesarese di Sant’Agostino, impreziosita da importanti opere d’arte - gentilmente concessa dall’Arcidiocesi di Pesaro - perché l’imponente pala dell’altare maggiore, raffigurante La Santissima Trinità con la Vergine e i Santi Agostino e Lorenzo e riprodotta sulla copertina del volume, sembra essere il capolavoro del Tedeschi, a cui l’avevano commissionata i Padri Agostiniani per la riapertura della loro chiesa l’8 settembre 1776 dopo la radicale ristrutturazione dell’interno. Firmata e datata 1776, il pittore la dipinse a Roma, dove si era trasferito definitivamente, e da dove la inviò a Pesaro, dove riscosse grande ammirazione, come già nella capitale. A Pesaro, amata città natale con cui mantenne sempre stretti rapporti, si possono ammirare anche un’altra decina di suoi dipinti.
Dopo essere stato il migliore allievo della scuola-bottega pesarese del pittore e architetto Giannandrea Lazzarini, Tedeschi fa una brillante carriera pittorica a Roma, dipingendo molti quadri e pale d’altare, che invia in varie regioni: Marche, Umbria, Toscana, Romagna, Lazio, dove sono tuttora conservati.
Noto, apprezzato e richiesto ai suoi tempi, come documentano le molte opere rimaste, Pietro Tedeschi è stato poi quasi ignorato dalla critica moderna, e quindi dimenticato, sorte comune agli innumerevoli artisti approdati a Roma dalla provincia, uno dei tanti marchigiani, che merita invece una ricognizione critica a tutto campo della sua identità artistica e della vasta produzione pittorica. Con questa monografia, che colma un vuoto storico-artistico finora imperante, il pesarese Pietro Tedeschi recupera la visibilità che aveva tra i suoi contemporanei e la dignità di una meritata collocazione, con pregi e limiti, nel contesto del neoclassicismo pittorico della seconda metà del Settecento.

L’Ingresso è gratuito. L’iniziativa è realizzata nel rispetto delle procedure di legge per il contenimento della diffusione del Covid 19 previste dalla normativa vigente.

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