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Inaugurato il Museo Nazionale Rossini, Ricci: «Giornata storica»

Tappeto rosso da piazza Lazzarini a Palazzo Antaldi, con il tratto di via Passeri ‘libero’ dalle auto. Il sindaco: esposizione da capitale europea

Tappeto rosso e via Passeri libera dalle auto per la camminata da piazza Lazzarini a Palazzo Montani Antaldi. Nel giorno delle Città della musica Unesco, la prima visita è per le delegazioni dei 23 Paesi. Da Capo Verde alla Corea del Sud, passando per Stati Uniti e India. Ma l’affluenza nel cortile interno rimarca il carattere del richiamo popolare. Dieci sale tra reperti, documenti e angoli multimediali per il nuovo Museo Nazionale Rossini. Destinato a diventare «il catalizzatore dei luoghi rossiniani». Dice Matteo Ricci: «Giornata storica, frutto di alcune date che hanno scandito la storia culturale della città». Con ordine: «Nel 1980 Gianfranco Mariotti inventò il Rof. Senza quella scelta identitaria oggi non saremmo qui». Ma in futuro «ricorderemo anche il 2017 e il 2018: un biennio magico con i suoi traguardi. Da cui siamo ripartiti».

SVILUPPO - Nel dettaglio: «Il riconoscimento Unesco vivrà nel tempo. E ora ci consente di accogliere il mondo intero (il sindaco cita tutti i Paesi presenti, ndr). Un risultato straordinario, che dobbiamo costantemente meritarci». Poi il 150esimo: «Non solo orgoglio ma promozione mondiale per la città. Con centinaia di eventi ovunque». Ricci ringrazia «Giorgio Napolitano, Gianni Letta e Camilla Fabbri: protagonisti della legge speciale che ci consente di inaugurare il Museo». Quindi il pensiero a Gianfranco Sabbatini: «Voleva mettere a disposizione della città Palazzo Antaldi. Il milione di euro ottenuto è importante, ma senza il palazzo il Museo non lo fai». Un’esposizione che, secondo Ricci, «tiene insieme patrimonio e multimedialità, creata in un luogo già museale di per sé». Ancora: «Vogliamo essere punto di rifermento nella formazione della musica. E insisteremo sulla crescita di turismo e servizi, per ristrutturare la nostra economia.  Il turismo culturale è essenziale per destagionalizzare». Così il sindaco guarda avanti: «Nei prossimi giorni vorremmo lanciare la sfida di candidare Pesaro e Urbino a ‘citta europea della cultura 2033’. Mi incontrerò con Gambini. E’ un modo per dire che quella è la direzione dello sviluppo. E’ importante dare una prospettiva di crescita, per orientare sempre più gli investimenti». Come il Museo: «Visitandolo sembra di essere a Berlino, Londra, Parigi. E’ il livello su cui dobbiamo continuare a muoverci».  Poi la Sonosfera e il futuro auditorium Scavolini. Intanto, «la camminata di via Passeri è libera dalle macchine. Perché non si possono avere le auto parcheggiate davanti ai luoghi della bellezza».

TRAGUARDO - Osserva il vicesindaco Daniele Vimini: «Con il 150esimo è partito il percorso dei finanziamenti. Grazie al lavoro di squadra e alla Regione è arrivato il milione di euro decisivo per l’investimento. Palazzo Antaldi nel ’92 ospitò la mostra per i 200 anni della nascita di Rossini. Oggi torniamo con un Museo permanente: è un traguardo storico. In un luogo che, peraltro, ospita anche la biblioteca della Fondazione Rossini. Si crea quindi un polo rilevante» Poi ricorda i contributi di «Gossett, Cagli, Zedda». E cita il collezionista Sergio Ragni: «A lui dobbiamo tanto». Sul futuro: «Nei prossimi mesi prenderà vita la Sonosfera. Ma interverremo anche sulla Sala della Repubblica del teatro Rossini, per dotare la città di un vero ‘ridotto’. Destinato a chi vuole produrre musica e cultura». Spiega il presidente della Regione Luca Ceriscioli: «Pesaro ha messo sul piatto qualcosa di straordinario, facendo coincidere l’inaugurazione del Museo con le giornate dell’Unesco nelle Marche. Il riconoscimento di ‘città creativa’ è un impegno che continua nel tempo, rinnovandosi con nuove capacità espressive. Il Museo incarna un’esperienza che negli anni racconterà tanto attorno a Rossini». Evidenzia il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro Marco Cangiotti: «Pesaro e la provincia hanno ottenuto un luogo stabile della memoria. Mancava un percorso espositivo, dove si verifica l’eccezionalità all’interno del quotidiano. Come Fondazione ci siamo concentrati sull’obiettivo di sovvenire ai bisogni del territorio. Siamo impegnati nel sociale, così come sulla cultura: il Museo è una modalità di fare erogazione sul territorio». A salutare l’apertura anche il presidente di Utet Grandi Opere Marco Castelluzzo, il direttore scientifico della Fondazione Rossini Ilaria Narici, il direttore di Sistema Museo Silvano Straccini. Insieme a Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e curatore della mostra Wall of Sound,  prima temporanea ospitata dalla nuova struttura: Guido Harari, fotografo delle rockstar di tutto il mondo, espone 53 scatti di grandi della musica in un contrasto tra antico e moderno. Poi le note del Barbiere di Siviglia versione smart, con i solisti dell’Orchestra Sinfonica Rossini e dell’Accademia Rossiniana (Noris Borgogelli arrangiatore e narratore) in piazza del Popolo. Per chiudere il Rossini day, nel segno dell’Unesco. 

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