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Giambattista Piranesi. Il sogno della classicità

Prorogata fino al 6 maggio l'evento che i Musei Civici dedicano al noto incisore, architetto e teorico dell'architettura, affascinato dalla grandezza dell’antichità.

Musei Civici di Palazzo Mosca
7 dicembre 2017- 6 maggio 2018

La mostra in corso a Palazzo Mosca è dedicata a Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) incisore, architetto e teorico dell'architettura. Dopo “Rinascimento segreto” e la personale di Nicola Samorì in Pescheria che giocava sulla persistenza del linguaggio classico nell’arte contemporanea, prosegue dunque la riflessione a tutto tondo sulle rinascenze artistiche e i loro effetti nelle varie epoche, filo rosso della programmazione di quest’anno ai Musei Civici. Circa 70 opere grafiche da tre celebri serie di incisioni dedicate alle carceri, alle vedute e alle antichità di Roma, rivelano il sogno neoclassico dell’artista affascinato dalla grandezza del passato antico, tra magnificenza e sentimento del sublime. Il sogno torna a rivivere nel Palazzo, già dimora della nobile famiglia Mosca, dove fu ospitato Napoleone Bonaparte che del neoclassicismo aveva fatto una visione politica funzionale alla costruzione del suo Impero.

La mostra prende ispirazione proprio dalla visita del generale Bonaparte: il 6 e 7 febbraio 1797 fu ospitato da Francesco Mosca, allora esponente del governo della Repubblica Cisalpina di Milano e protagonista della cultura illuminista pesarese. Si deve a Francesco l’ammodernamento dell’edificio seicentesco, affidato all’architetto Luigi Baldelli, e in virtù dei legami politici e culturali della famiglia, il palazzo diviene un vivace cenacolo di intellettuali ed aristocratici.

L’originale allestimento crea un dialogo emozionale tra le incisioni di Piranesi e diverse opere delle civiche raccolte: sculture, ceramiche, modelli architettonici, arredi, il cui nucleo principale è costituito dal lascito ottocentesco della marchesa Vittoria Mosca. Manufatti databili tra Sette e Ottocento, prodotti sulla scia del vasto fenomeno di riscoperta ed interpretazione dell'antico.

Entrando nella sala Bellini è Napoleone a dare il benvenuto. Il percorso inizia dal busto in marmo bianco che lo ritrae, tratto da un modello di Antoine-Denis Chaudet a inizio ottocento, che appartiene alla collezione Hercolani-Rossini. Un ritratto di Stato nato per diffondere l’immagine ufficiale dell’Imperatore riconoscibile ma idealizzato secondo i canoni del bello e circondato da un´aura di quieta grandezza.

Si entra nel vivo con la celebre e suggestiva serie piranesiana dedicata alle “Carceri” (1761-70) in cui viene rivoluzionata la canonica rappresentazione della prigione. Tavole raffiguranti non gabbie di ferro o celle ma ambienti fortemente drammatici, frutto di fantasia unita ad una attenta conoscenza architettonica. Sale infinite, volte distanti, spazi immensi e tuttavia claustrofobici, in cui la ripetizione di varchi, spazi e scalini, l'intrico dei volumi, il labirinto, richiamano una prigione psicologica più che fisica. Motivo per cui le Carceri di Piranesi hanno influenzato artisti romantici, surrealisti, fino ai contemporanei, a partire da Escher. Sala per sala, si svela la variegata attività del grande artista veneto appassionato in particolar modo delle maestose rovine di Roma. La serie delle “Vedute di Roma” (1740-60) e delle “Antichità romane” (1757) esprimono al meglio la sua poetica e rendono note le bellezze e il fascino imperituro della città.

Due preziosi stipi provenienti dalla collezione Mosca, decorati da dodici tempere su pergamena riproducenti vedute di Roma con chiese e antichità, testimoniano la moda, già diffusa nella seconda metà del Seicento, di inserire scorci della capitale pontificia sul fronte di studioli e cassetti. Di particolare rilievo anche una selezione dal raffinato servizio di porcellana francese di manifattura Darte Frères (originariamente circa 190 pezzi), donato da Napoleone alla famiglia Mosca in occasione della sua visita, come riconoscenza nei confronti del marchese Francesco.

Il percorso si conclude con un coinvolgente video che propone ‘ricreazioni’ 3D delle “Carceri” piranesiane realizzato da Gregoire Dupont dell'Atelier Factum Arte di Madrid con procedimento stereolitografico. Il video è stato eccezionalmente concesso in prestito dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, proprietaria dell'edizione Piranesi Fréres delle incisioni, da cui è stato tratto. TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Per capire meglio progetto e percorso, ogni sabato alle 17, in programma un ciclo di visite guidate (costo 4 euro). Le visite sono possibili anche per gruppi max 25 persone: 90 euro in italiano, 110 euro in lingua. Visite per le scuole: 60 euro

La mostra è promossa da Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza, Sistema Museo; con il contributo di The Art Company; in collaborazione con Fondazione Giorgio Cini Venezia, Factum Arte Madrid

orario martedì-giovedì 10-13; venerdì, sabato domenica e festivi 10-13 / 15.30-18.30

15 dicembre 2017-7 gennaio 2018 martedì-domenica 10-13 / 15.30-18.30
chiusure: 25 dicembre e 1 gennaio

biglietto unico Pesaro Musei (include ingresso a Casa Rossini e area archeologica di via dell’Abbondanza)
intero € 10
ridotto € 8 (gruppi min. 15 persone, 19-25 anni, soci FAI, TOURING CLUB ITALIANO, COOP Alleanza 3.0 e precedenti Adriatica, Nordest, Estense)
gratuito (fino a 18 anni, soci ICOM, giornalisti, disabili e accompagnatore, possessori Carta Famiglia Comune di Pesaro)

informazioni 0721 387541

pesaro@sistemamuseo.it 

http://www.pesaromusei.it

accessibile ai disabili

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