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Classici per un anno

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Il terzo appuntamento è venerdì 24 marzo – ore 18.00 presso Villa Caprile nel Salone degli Affreschi e verrà dedicato a Eneide di Publio Virgilio Marone raccontata da Enrico Capodaglio.

VIRGILIO _ Dopo le Georgiche, un canto d’amore per la pace, un inno al lavoro armonico nella natura, dove gli animali sono protagonisti insieme agli uomini, uno dei capolavori della poesia di ogni tempo, mentre uno Zeus paterno colma di sé tutto il mondo, Virgilio scrive l’Eneide. Egli si ispira ad Omero, tanto che i primi sei libri si richiamano in modo espresso all’Odissea e gli ultimi sei all’Iliade. Ma anche in questo caso egli, da sperimentatore originale, rigenera a suo modo il poema epico, non seguendo neanche la scia del poema storico di Ennio, padre della letteratura latina, né scrive un’opera sulle fin troppo ricche vicende a lui contemporanee, tutte dedicate al principe, al princeps Ottaviano. Virgilio risale ai tempi favolosi della fondazione di Roma ad opera di un profugo troiano, Enea, voluto dal fato. Egli è l’eroe pius, nel senso che onora gli dei e rispetta gli affetti e i patti, ma ha il sangue della dea madre nelle vene e deve obbedire al fato, fronteggiando la guerra e dimostrando, se necessario, la sua violenza, come quando uccide Turno che lo supplica di risparmiarlo. Virgilio non ama la guerra e fa di tutto per farcelo sentire; sa che gli amori profondi sono spesso sventurati ma la vita degli uomini e, fra questi, primo fra tutti, del protagonista, obbedisce a una vocazione che viene dall’alto, a un dovere che ne trascende i desideri: in questo caso la fondazione di Roma.

Leggono: Alessandra Giampaoli, Vita Maria Labate, Davide Severi, Consuelo Speziali.

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