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“Alice nel paese delle Meraviglie. Uno sguardo d’amore sulla natura”

Inaugurata in occasione della Festa dei fiori, l’esposizione fotografica di Maria Teresa Corbucci sarà visitabile fino a dicembre nell’atrio del palazzo comunale

La mostra già presentata durante l’estate a Chalet a Mare, in occasione dell’inaugurazione dell’area floristica 106 nella spiaggia sotto il monte Ardizio, è stata nuovamente allestita in occasione della Festa dei fiori, nell’atrio del palazzo comunale (aperta tutti i giorni 8-19, sabato 8-13.30, domenica chiuso). Il catalogo è in vendita presso la libreria Campus di Pesaro. Sabato al taglio del nastro sono intervenuti Franca Foronchi, assessore all’Ambiente del comune di Pesaro e Andrea Biancani, presidente della commissione consiliare Ambiente della Regione Marche. Le opere di Maria Teresa Corbucci mettono in risalto in modo particolare la bellezza dell’area floristica istituita da Regione Marche, su proposta del comune di Pesaro e delle associazioni ambientaliste.

Il titolo della mostra è “Alice nel paese delle meraviglie. Uno sguardo d’amore sulla natura” progetto fotografico ed installazioni, che ritraggono la spiaggia sotto il monte Ardizio, di Maria Teresa Corbucci, intervento critico e coordinamento a cura del critico giornalista d’arte Cecilia Casadei. Maria Teresa Corbucci ha frequentato pittura e arte contemporanea a cura dell’artista Luigi Carboni all’Accademia di Belle Arti di Urbino conseguendo il Diploma di laurea del triennio e del biennio specialistico. Ha  scelto in via privilegiata il mezzo espressivo della fotografia che utilizza nel campo del reportage e nella ricerca personale concettuale, rivolta soprattutto ai temi della femminilità e dell’ambiente.

 

E’ proprio attraverso il farsi della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno che il progetto fotografico di Maria Teresa Corbucci si delinea e prende corpo. E’ animato dall’attaccamento a quel tratto di spiaggia  sotto il monte Ardizio, dall’amore  per la natura tutta, dal desiderio di raccontare la storia di luoghi, forse, guardati dai più in modo distratto, la dimensione di quella solitudine ghirriana che trasferisce nel suo lavoro, la passione per la fotografia come espressione della sua creatività.

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