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Ricci con Pietro Bartolo: «Con i tagli all’integrazione città meno sicure»

L'incontro con il medico di Lampedusa, il sindaco: clima nel Paese preoccupante ma alla fine ragione prevarrà su paura

«Gli arrivi sono diminuiti ormai da due anni. Questo era il momento in cui ci si poteva concentrare meglio sulle politiche vere d’integrazione, perché i numeri ce lo consentivano. Invece è accaduto quello che, come sindaci, temevamo: abbiamo numeri minori ma più problemi d’integrazione sui territori. Se si taglia sull’insegnamento dell’italiano e sul sostegno al volontariato di pubblica utilità - che a Pesaro avevamo introdotto tra i primi centri - nelle città si crea minore integrazione e maggiore insicurezza».  Lo ha detto Matteo Ricci nell’incontro con Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e neodeputato al parlamento Europeo, vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. «Chi resta qui – ha aggiunto Ricci -  ora esce completamente dalla fascia di inclusione e controllo. E rischia di avvicinarsi necessariamente a una zona grigia di illegalità». Un risultato prodotto da una politica, secondo Ricci, «basata sul sensazionalismo, che però sta modificando alcuni aspetti valoriali fondamentali per il Paese. E che rende le città meno integrate e meno sicure. Oltre a creare un clima preoccupante: parole violente, prima o poi, portano a violenza». Ancora: «I principali alleati dei sovranisti italiani sono coloro che ora, in Europa, sono i meno solidali nei confronti dell’Italia. Anzi: sono i più rigoristi sulla politica economica e i più indifferenti sull’immigrazione. Mai il Paese era stato così isolato. C’è una rincorsa a chi fa la faccia più feroce: l’ennesima imbarcazione Ong presa ad ostaggio per propaganda crea un’ulteriore scatto a vantaggio di chi vuole strumentalizzare. Un clima preoccupante, ma prima o poi la ragione prevarrà sulla paura», ha osservato il sindaco. Ha detto il medico di Lampedusa: «Non appartiene alla nostra cultura ciò che sta accadendo, mi impegnerò per promuovere una seria revisione del regolamento di Dublino e per cambiare le regole. Porti chiusi? Non è vero: si fa solo speculazione sulla pelle dei disgraziati. Nel Mediterraneo avvengono cose inaccettabili, è diventato un cimitero».

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