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La Strada per Pesaro. Pesaresi d’adozione / Magda Minciotti

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La storia di Magda Minciotti: nata a Chiaravalle da una famiglia che partecipa alla Resistenza, a 16 anni viene deportata nei campi di lavoro della Siemens in Germania. Qui scriverà un diario.

 

Biblioteca Bobbato, venerdì 26 gennaio ore 17.30

RITRATTO DI MAGDA MINCIOTTI

testi e ricerca iconografica Anna Paola Moretti

leggono Valentina Butera, Luca Cenciarini, Laura Martufi, Claudia Urbinati

interviene Anna Paola Moretti autrice del testo Considerate che avevo quindici anni.

Il diario di prigionia di Magda Minciotti tra Resistenza e deportazione,

collana di ricerche storiche dell’Istituto Storia Marche. Affinità Elettive Edizioni, 2017

Il nuovo appuntamento della rassegna che racconta i ‘pesaresi d’adozione’, ha come protagonista Magda Minciotti e la sua storia da non dimenticare, una storia perfettamente in sintonia con il Giorno della Memoria che si avvicina.

Magda Minciotti nasce a Fossato di Vico il 20 luglio 1929 da Giuseppe e Angelina Poggi, ferventi mazziniani. A Chiaravalle, dove risiede dal 1934, la famiglia Minciotti partecipa attivamente alla Resistenza fino a diventare una delle più attive nella lotta contro il nazifascismo e partecipando a molte azioni di sabotaggio e al salvataggio dei prigionieri alleati. La madre di Magda, Angelina, appartiene al GAP di Chiaravalle, il padre Giuseppe al GAP di Polverigi, il fratello Giorgio al gruppo “Cameranesi” di Montemarciano,” la sorella Agnese Lapini al GAP Chiaravalle, il fratellastro Giacinto è comandante del Distaccamento “Nello Congiu’, formazione in cui milita anche Magda. In seguito a denunce fasciste, l’8 luglio 1944 la gendarmeria tedesca attua un rastrellamento a Monte San Vito: stanno cercando il comandante partigiano Giacinto Minciotti; non trovandolo, per rappresaglia arrestano una quindicina di ostaggi tra cui Giuseppe Minciotti, Giorgio e Magda. A Montemarciano comincia per Magda e il fratello Giorgio (che troverà la morte durante la prigionia) la via crucis della carcerazione in mano alle SS. Magda sarà deportata nei lager di Norimberga (”la città dei giocattoli”) e a Bayreuth per lavorare nell’industria bellica della Siemens. Colosso industriale del settore elettrico ed elettronico con sede a Monaco di Baviera e un enorme stabilimento a Berlino, l’azienda è stata una delle prime compagnie a installare una fabbrica dentro un campo di concentramento gestito dalle SS, aprendo a Ravensbrück uno stabilimento e un proprio lager con 20 capannoni destinato specificamente alle donne. La Siemens non è scomparsa con la caduta di Hitler: ancor oggi è il gruppo industriale tedesco maggiore d'Europa per fatturato e dipendenti. Il libretto di lavoro di Magda alla Siemens, Werkzeugbuch n. 8540, reca la data del 22 agosto 1944. Dopo quindici giorni dal suo arresto, Magda inizia a scrivere un diario su un blocchetto di 8 cm per 12 di ricevute ANEEA (Associazione Nazionale fra gli Enti Economici dell'Agricoltura): scrive sul retro dei foglietti privi di stampa con una grafia minutissima per sfruttare ogni millimetro di spazio bianco. Pagina dopo pagina, Magda ci porta dentro il viaggio della sua deportazione, nell’inferno delle fabbriche, nel degrado delle baracche, sotto i bombardamenti. Riuscirà a conservare il diario nei vari spostamenti, in Italia e in Germania, e a riportarlo a casa con sé. Appena tornata a Chiaravalle, nell’agosto 1945 ricopia il diario su un quaderno a quadretti dalla copertina nera e i bordi rossi. Come Etty Hillesum o Anna Frank, pur nella paura, nel freddo, nella fame, nella fatica e nella miseria umana e materiale di quella terribile esperienza, Magda - bella ragazzina dalle lunghe trecce castane e dallo sguardo profondo e intelligente - non riesce a non amare profondamente la vita, a non fare progetti per il futuro. Dopo la liberazione, Magda conosce Vincenzo Castellani in Germania. Carabiniere mandato a combattere in Grecia, era stato catturato dai tedeschi nel settembre 1943 e poi anch’egli deportato prima a Norimberga e poi a Bayreuth. Si sposano ad Assisi il 18 febbraio 1950. Avranno quattro figli: Giorgio e Davide, Lina e Bruna. Magda seguirà il marito nelle varie località in cui l’Arma lo destinerà: passa alcuni anni a Civitanova Marche, alla fine del 1959 arriva a Novafeltria dove rimane per una decina d’anni, poi nell’ottobre 1969 approda stabilmente a Pesaro dove muore il 28 luglio 1990. Per molti anni nessuno leggerà il diario di Magda; verrà consegnato settant’anni dopo dal figlio Giorgio alla storica Anna Paola Moretti che nel 2017 - per la Collana di ricerche storiche dell’Istituto Storia Marche, Edizioni affinità elettive - pubblica il volume Considerate che avevo quindici anni. Il diario di prigionia di Magda Minciotti tra Resistenza e deportazione, con la prefazione di Luciana Tavernini. Nel libro, il diario di Magda dialoga con documenti familiari, fotografie e incontri con testimoni: volti e luoghi della memoria che ricostruiscono, con grande accuratezza e perizia, la biografia di Magda e il contesto della sua straordinaria storia. Un documento unico e prezioso che apre una pagina ancora troppo poco studiata e conosciuta: quella della deportazione per lavoro coatto il cui “emergere può disegnare una nuova mappa storica e contribuire a ripensare la storia del Novecento”.

Informazioni tel. 0721.33344 biblio.oliveriana@provincia.ps.it 

ingresso libero

 

 

 

 

 

 

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