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Giorno della Memoria del Genocidio Armeno: Pesaro ricorda le vittime al Parco Miralfiore

In occasione della Giornata della Memoria del Genocidio Armeno, Pesaro ha ricordato le vittime del terribile massacro avvenuto nel 1915 e che causò oltre 1.5 milioni morti. «Mai come in questo momento storico è doveroso mantenere viva la testimonianza di coloro che hanno perso la vita a causa dei conflitti: pensiamo alle donne, ai bambini e alle tantissime persone innocenti – hanno ricordato il vice sindaco e assessore alla Cultura Daniele Vimini, insieme al presidente del Consiglio Marco Perugini -. A Pesaro la comunità armena è molto nutrita, doveroso creare questo momento per mantenere viva la memoria su uno dei capitoli più duri dell’umanità e per dimostrare la vicinanza della città».
Le bandiere armene, partite dal centro, si sono fermate al Monumento della Resistenza per la deposizione di una corona «un gesto carico di significato», un omaggio alla Liberazione d’Italia. Tappa finale del corteo il Parco Miralfiore, davanti alla Croce Armena. «Un luogo simbolico, dove trovano spazio tanti elementi di riflessione – ha ricordato Vimini -. Come il gingko biloba, l’albero della pace».

La Croce Armena
Collocata al Parco Miralfiore dal 2017, l’imponente Croce Armena - kachkar nella lingua originale, cioè croce di pietra - è un’opera dell’artista e architetto Aslan Mkhitaryan (Yerevan, 1947), celebre per importanti interventi di arte monumentale urbana. La stele è stata donata a Pesaro da Yerevan, capitale dell’Armenia, per ricordare il genocidio armeno e come segno concreto di amicizia fra le due città, un legame reso possibile grazie anche alla Renco spa.
Dopo i saluti istituzionale, Alina Baghdasaryan ha letto la lettera del messaggio dell’Ambasciatore della Repubblica Armena in Italia, S. E. Tsovinar Hambardzumyan. Poi il doppio momento musicale, con i brani del compositore armeno Padre Komitas, che ha vissuto in prima persona il dolore e l’orrore disumano di quei giorni, interpretato dalle voci di Tatevik La Morgia e Satenik Khachatryan, e dal violino di Qetevan Arbitrari.

La lettera dell’Ambasciatore della Repubblica Armena in Italia
«Sono lieta di poter salutare tutti voi e ringraziare il Comune di Pesaro che il 24 aprile di ogni celebra il Giorno della Memoria e rende omaggio alle vittime del Genocidio armeno perpetrato nell’Impero Ottomano. Quest’anno Pesaro commemora il 107° anniversario del Genocidio degli Armeni, dimostrando encomiabile sensibilità verso i valori della verità, verso i diritti umani e un impegno sincero nella lotta contro le ingiustizie. Dopo 107 anni dal Genocidio, purtroppo è rimasto immutato l’obiettivo di sradicare le tracce armene dalla propria terra. Proprio come fecero i vertici dell'Impero Ottomano, che con il pretesto della prima guerra mondiale lanciarono il mostruoso programma di sterminio e deportazione degli armeni, anche adesso, approfittando della pandemia e della crisi ucraina, i seguaci degli artefici del Genocidio, nel 2020 hanno provocato una sanguinosa guerra contro il popolo di Artsakh (Nagorno-Karabakh) - che ha causato circa cinquemila morti, feriti e dispersi tra i militari e i civili - e adesso stanno continuando la disumana politica di pulizia etnica nei confronti degli armeni. Migliaia di indigeni armeni sono costretti a fuggire dalla loro patria ancestrale. Il patrimonio cristiano armeno viene distrutto, falsamente appropriato, alterato – il tutto al fine di cancellare ogni traccia della presenza millenaria armena nell’area. Quando un governo per motivi politici attua una politica di annientamento o minaccia di annientare un popolo, esso si identifica con i criminali autori del genocidio e deve essere fermato, condannato e punito senza ‘se’ e senza ‘ma’. La Repubblica d'Armenia è uno degli attori di primo piano nella lotta contro il crimine del  Genocidio. Numerose risoluzioni adottate nell’ambito delle Nazioni Unite sulla prevenzione del Genocidio sono state proposte dall'Armenia. Anche quest'anno, durante la 49a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, è stata adottata una risoluzione proposta dall’Armenia che riguarda questioni importanti come la valutazione del rischio di conflitto, le misure di prevenzione, l'uso improprio delle nuove tecnologie, la diffusione della disinformazione attraverso i social media. La risoluzione riafferma la necessità della ratifica universale della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Gli armeni di tutto il mondo conservano a tutt’oggi la memoria genetica del Genocidio e quelle ferite non si rimargineranno finché non saranno riconosciuti e condannati i tentativi di annientare la nazione armena. Allo stesso tempo il popolo armeno serba un profondo sentimento di gratitudine verso tutti i Paesi e tutte le persone che ci sono stati vicini nei giorni più difficili della nostra storia. I sopravvissuti al Genocidio hanno trovato rifugio anche in Italia. Vorrei pertanto esprimere, ancora una volta, la nostra gratitudine all’Italia e al popolo italiano per l’ospitalità, per la solidarietà e per il sostegno al popolo armeno».
 

 


 

 


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