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Capitale italiana della Cultura 2024, Ricci e Vimini: «Molto competitivi, ripartiamo dalla cultura»

Il sindaco e il vice sindaco, hanno presentato oggi la candidatura di Pesaro

Pesaro si candida a Capitale italiana della Cultura 2024. L’annuncio, questo pomeriggio, da parte del sindaco Matteo Ricci e il vice sindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini, durante una diretta on line seguita da oltre 20mila spettatori, che hanno interagito con 650 tra like, commenti e condivisioni.

«Avevamo già fatto la scelta, quella di candidare Pesaro e Urbino a Città europea della Cultura 2033. Decisione che confermiamo, un obiettivo strategico attorno al quale costruire progetti infrastrutturali, grazie anche alle opportunità che arriveranno del Recovery Plan e dall’Europa. L’arrivo del Covid-19 ci spinge a rafforzare la nostra strategia, che è quella di far diventare il nostro territorio una delle città-medie che più di altre investono sulla cultura come elemento di sviluppo». Una strada intrapresa nel 2015, «percorso avvalorato nel 2017 con il riconoscimento dell’UNESCO. Attenzione mediatica, dati turistici in lieve, ma costante, crescita. Poi – continua il sindaco – è arrivato il virus, che ha cambiato tutto, rafforzando l’esigenza di spingere su questa identità culturale. La rinascita passa attraverso la cultura, ci abbiamo provato in estate con Il ROF in piazza, il cinema a Rocca Costanza, il teatro al Parco Miralfiore, la prima riapertura in Italia dei teatri (15 giugno, lo spettacolo di Ascanio Celestini alle 00:01 ndr)». Poi la seconda ondata di Covid-19, «e il mondo della cultura completamente fermo». Le nuove tecnologie hanno permesso di continuare, in parte, lo spettacolo «ma noi vogliamo che le persone tornino a riempire i nostri teatri, le nostre piazze, i nostri borghi, musei. Per questo dobbiamo attrezzarci e farci trovare pronti quando questa pandemia sarà finita». In quest’ottica Pesaro vuole essere capofila tra la rete di città-medie che hanno fatto della cultura un elemento di sviluppo.  «Questa candidatura è un percorso parallelo a quello del 2033. Un percorso rafforzativo da giocare su scala provinciale e regionale, grazie ad un lavoro di collaborazione: auspichiamo che attorno a questa proposta si costruisca un’alleanza marchigiana come successo per Recanati, Macerata, Fano, Ancona». Nel 2024 sarà Pesaro a “contendersi” il titolo, «abbiamo grandi potenzialità per farlo, ma possiamo essere più competitivi se riusciremo a mettere in rete tutto lo sviluppo culturale dell’intera provincia». Sul progetto dei quartieri lanciato dal vice sindaco Vimini: «interessante e intelligente. La cultura deve essere a disposizione di tutti, lavorare attraverso i quartieri significa responsabilizzare e rafforzare le identità culturali di una città».

Infine, «è importante che insieme alla battaglia culturale, si vinca anche quella della vaccinazione. Vorrei che Pesaro raggiungesse l’immunità di gregge il prima possibile, un elemento di competitività territoriale tra paesi. Questa candidatura non è una cosa banale, ma un pezzo sostanziale di una strategia completa. Abbineremo un programma di forti investimenti», ha concluso il sindaco ricordando che in estate verrà inaugurato l’ex palazzo dello sport, luogo fondamentale per lo spettacolo, poi il finanziamento per il Conservatorio Rossini. «Se costruiremo, giorno dopo giorno, questo gioco di squadra potremmo essere competitivi e arrivare tra le prime dieci, chissà magari festeggiare. Viva la città della musica, viva la città della cultura».  

Il progetto della ‘Capitale italiana della cultura’ è nato nel 2014 da un’idea di Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del turismo e ha tra le finalità principali quello di valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico e di migliorare i servizi per il turismo della destinazione vincente. Designata dal Mibact e scelta da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso ministero, per un anno la città Capitale italiana della cultura gode dei riflettori accesi su di sé per mettere in mostra il suo sviluppo culturale e promuovere le sue eccellenze.

«In questi giorni abbiamo seguito la corsa appassionante per la Capitale italiana della Cultura 2022, che quest’anno ha visto vincitrice il bellissimo progetto di Procida. Così come abbiamo seguito il lavoro di progettualità e visione fatto da Ancona, che sarà di riferimento per le attività culturali del nostro territorio per diverso tempo. Crediamo che sia importante muoversi in tempo – spiega il vice sindaco Daniele Vimini -, oggi il primo momento di riflessione per condividere il senso della candidatura di Pesaro. Una presentazione che nasce dal lavoro fatto in questi anni, ricordiamo gli eventi legati al 150esio di Rossini, il riconoscimento UNESCO nel 2017, la volontà di correre insieme a Urbino per la Capitale europea della Cultura 2033. Competere a questa iniziativa è una buona palestra per il futuro, un modo per mettersi in gioco e sviluppare un rapporto con gli attori culturali ed economici del territorio». Una candidatura collettiva, «che coinvolge anche i comuni della provincia e della regione, così come gli artisti e tutte le realtà creative che ne fanno parte». Faro, in questo viaggio, saranno i sette cluster della creatività riconosciuti da UNESCO, Artigianato e Folk Arts, Media Arts, Cinema, Design, Letteratura, Musica e Gastronomia. «Un percorso che ci permetterà di lavorare trasversalmente all’interno dei nostri territori, per fare in modo che questa esperienza diventi un patrimonio utile anche agli operatori culturali e ai giovani che studiano e si occupano di creatività: che sia per loro l’occasione di trasformare una passione in lavoro. Guardiamo al 2024 come una stagione di ritorno alla “normalità” anche dal punto di vista turistico, la candidatura da Capitale italiana della Cultura significa anche mettersi in gioco e terrese relazioni che possono avere un ritorno per la città, ma anche per tutta la regione».

Si tratta dunque di un’opportunità preziosissima da sfruttare al meglio e utilizzare come una vetrina speciale di visibilità per Pesaro che ha una connotazione culturale già forte e radicata, rafforzata nel 2017 dal riconoscimento di Città Creativa Unesco della Musica.  

 «Pesaro si prepara a una competizione di livello che ci permette di misurarci con soggetti e territori di grande calibro – commenta il presidente del Consiglio Marco Perugini -. È una sfida che ci consentirà di programmare e di rafforzare la rete su cui si intrecciano i tanti segmenti dei sette cluster della creatività. Reti, percorsi, progetti che si saldano e che vengono rilanciati con grandi sfide a cui siamo tutti chiamati a partecipare. Una sfida storica per Pesaro, nella quale il Consiglio comunale parteciperà attivamente».

Le voci della cultura, intervenute durante l’evento di questo pomeriggio.
Gilberto Santini, direttore Amat «Pesaro ha contenitori e contenuti. La sua candidatura è importante per tutta la Regione, che può stringersi attorno ad una grande città per guardare la fisionomia di questa epoca inquieta. Non importante solo l’esito, ma il progetto che oggi inauguriamo, che ci metterà di fronte ad uno specchio, dove poter vedere la ricchezza incredibile dei contenitori e degli spazi che Pesaro ha».
Stefano Jacoviello, Panspeech. «Queste cono competizioni a cui si partecipa per vincere, ma non solo. Sono occasioni che servono per riprogettare l’innovazione sociale del territorio: mobilità, ricostruzione dell’identità e crescita del territorio stesso».
Lucia Ferrati, Pesaro Città che legge.  «La qualità dei lettori del territorio di Pesaro è in continuo aumento ed è sempre più trasversale e inclusiva. Grazie a una pluralità di soggetti attivamente impegnati si è riusciti a organizzare importanti eventi che hanno avuto per protagonisti lettura e scrittura: cartina al tornasole di ciò che la città è in grado di fare».
Cristian Della Chiara, direttore organizzativo Mostra Internazionale del Nuovo Cinema: «I successi ottenuti testimoniano come Pesaro possa essere Capitale italiana della Cultura. È una candidatura ancor più significativa se si considera che avviene in un periodo storico epocale. Un’occasione unica, per progettare e investire ancor più nella cultura grazie al Recovery Paln: sarà il modo migliore per uscire da questo periodo»
Silvano Straccini, presidente Fondazione Pescheria: «La stesura del dossier che accompagnerà la candidatura dovrà comprendere il nuovo ruolo, più ampio, del museo. Una ridefinizione che comprende: promozione della conoscenza, del pensiero critico, della partecipazione e del benessere della comunità. Concetti proposti dall’Italia, valori che dovremmo tenere presenti ma che credo siano già presenti nella politica culturale del territorio».
Brunella Paolini, Ente Olivieri: «Si parte con una prospettiva che può portare a fare un ottimo lavoro: la scelta di un percorso collegiale che valorizza le diverse realtà di una città culturalmente molto ricca. Candidarsi permette di mettere in atto azioni virtuose per l’intero territorio e di individuare gli strumenti per mettere a fuoco la propria identità».  
Lucrezia Ercoli, filosofa: «È un’iniziativa che lancia un’impresa importante su cui la città sta lavorando da anni: uscire dal territorio, portare Pesaro altrove, in Italia e oltre confine. L’evento dal vivo dovrà essere accompagnato dall’attenzione alle nuove strumentazioni del digitale, per coinvolgere un pubblico sempre più ampio».
Mauro Santini, regista: «Pesaro è una città fondamentale per il cinema. Dai suoi successi occorre ripartire, per dare vita a nuove iniziative dedicate a un cinema giovane»
Filippo Sorcinelli, sindaco di San Costanzo: «Saremo della partita e ne siamo onorati. È una grande opportunità per tutta la provincia e per la regione, che permetterà di lavorare insieme dai prossimi giorni. Metteremo sul piatto proposte a 360°, tutto ciò che il nostro territorio può offrire. I piccoli comuni hanno bisogno di un grande traino, in questo caso Pesaro. Il viaggio è iniziato».
Filippo Gasperi, sindaco di Gradara: «Gradara c’è, daremo il nostro contributo. Quella attuata da Pesaro negli anni è una visione sistemica divenuta oggi imprescindibile. Pesaro Capitale sarà una vetrina perfetta per dimostrare quanta bellezza c’è nella nostra regione».

Il racconto si è arricchito delle testimonianze video di 4 artisti contemporanei della città. A partire da quella dello scultore di origini toscane Giuliano Vangi, arrivato a Pesaro negli anni ‘50 per innamorarsene: «Qui ho conosciuto tante persone che si occupano di arte, grandi artisti». È seguita quella di Gabriele Arruzzo, romano d’origini e «pesarese da sempre, perché è qui che mi sono formato» e di Luigi Carboni, che della “sua” Pesaro, dice essere una «città da sempre consapevole del suo tempo» capace di promuovere la giovane arte e di esprimere la ricerca continua «tra il diritto alla felicità e la ricerca dell’inquietudine; tra la bellezza dell’esistenza e la malinconia del quotidiano» in cui trovare le istanze dell’arte e il vivere contemporaneo». Giovanni Termini, scultore siciliano approdato nel 1998 nelle Marche ha raccontato di aver scelto Pesaro, che «non ho mai percepito come città provinciale», per la sua vivace comunità di artisti con cui «è un gran piacere confrontarsi. E poi perché c’è il mare, ossigeno positivo e creativo».

In uno spirito di piena condivisione, il Comune invita fin da ora chi fa cultura nel territorio a far parte del percorso di candidatura; primo step è la compilazione del form con cui ciascun soggetto può presentarsi e indicare il proprio cluster di attività. Questo il link per accedere al form: www.pesaro2024.it

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