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Percorso sculture all’aperto

Gli amanti dell’arte potranno scoprire a Pesaro un parco urbano diffuso con importanti sculture contemporanee all’aperto, disseminate tra il lungomare, il centro storico e la periferia, che possono diventare tappe di un interessante itinerario tematico. Opere progettate appositamente per lo spazio pubblico, a partire dagli anni settanta fino ad oggi, che dialogano con la storia dei luoghi, arricchendo il patrimonio artistico e la geografia culturale della città.

In piazzale della Libertà, La Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro (1971 -1998) è stata uno dei primi interventi ed è ormai il simbolo di Pesaro, integrandosi perfettamente con l’ambiente e il panorama che suggestivamente si riflette a 360 gradi sulla sua lucida superficie in bronzo.

Risalendo verso il centro storico, in piazzale Matteotti si incontra la realizzazione più recente:  I Gabbiani (2022) di Giuliano Vangi, nata per omaggiare i 140 anni delle Autolinee Bucci, che invita alla riconciliazione tra uomo e natura; e nella stessa piazza la Grande Sottilissima (1995) di Pietro Consagra, una delle sue tipiche sculture bidimensionali, traforata con motivi astratti come varchi nello spazio.

Sempre di Vangi, in piazza Toschi-Mosca si trova La scultura della Memoria (2018), monumentale opera marmorea, aperta e da attraversare, in cui trovano forma l’arte, la musica, il teatro e la poesia, e un altro capolavoro si può ammirare nella corte dei Musei Civici: L’Occhio del Cielo n2 (2005) di Eliseo Mattiacci, una spirale in acciaio che evoca i moti celesti, in dialogo con la stele in rame I Segni della Memoria di Giovanni Gentiletti, qui allestita nel 2022.

Poco lontano, in piazzale Primo Maggio, è collocata Sorgente (1992) di Loreno Sguanci, rielaborazione simbolica connessa con la storia dell’area dove sorgeva l’antico monastero degli Agostiniani, e proseguendo sul lungomare ritroviamo l’artista con la sua ormai storica Porta a mare (1976), all’incrocio di viale Trieste con Viale Marconi, simbolo di accesso alla città sul confine tra terra e mare.

In prossimità del porto, la rotonda di via Cecchi accoglie un’altra scultura di Gentiletti, Nel Vento del Mito (2006), due alte vele che si incrociano in un duello di bolina, e sul Molo di Ponente, si erge l’imponente Riflesso dell’Ordine Cosmico (1995) di Mattiacci, sentinella sul vasto mare, che lo stesso artista consiglia di vedere all’alba, per vederla attraversare dalla luce del sole.

Al centro della rotonda di accesso all’Autostrada A14 Pesaro Urbino, si staglia invece il grande Segno Aperto (2002) di Mauro Staccioli, una curva in acciaio, disegnata con la scultura sulla forma del luogo, che abbraccia i viaggiatori e li accoglie in città.

Altre opere del parco urbano diffuso sono: in viale Trieste, All’interno dell’Ovale (1976) di Marcello Guasti e il Monumento ai Marinai Caduti (2005) di Agapito Miniucchi, già autore di Arim (1982) nei giardini di via Cristoforo Colombo; in viale XXIV Maggio, vicino alla stazione ferroviaria, il Monumento alla Resistenza (1964) di Nino Caruso e, in via Mario del Monaco, Dove nasce l’Arcobaleno (1995) di Giorgio Bompadre; diverse sculture di Loreno Sguanci sono inoltre collate in quartieri più decentrati: Poli s Pali (1980) in piazzale Staranzano, Memoria (1992) in via dei Fonditori, La Grande Croce (2000) in via Lubiana, Falena (2006) in via Marino Mondaini e L’Angolo del Poeta (2007) in piazza Europa.

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