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Biblioteca Oliveriana

Con il suo testamento, il nobile pesarese Annibale degli Abbati Olivieri (1708-‘89) cedeva alla comunità la sua cospicua biblioteca insieme alle raccolte archeologiche. Dopo aver aperto i battenti il 2 maggio 1793 a Palazzo Olivieri (oggi sede del Conservatorio Rossini), dal 1892 la biblioteca – con il Museo Archeologico - è ospitata a palazzo Almerici, una delle architetture più importanti del settecento pesarese. I lasciti sono continuati nei secoli fino a rendere l’Oliveriana una delle biblioteche più prestigiose delle Marche e dell’Italia Centrale.

Il patrimonio è costituito da oltre 380.000 opere a stampa datate a partire dal Quattrocento, tra cui incunaboli, manoscritti, un fondo diplomatico di pergamene, migliaia di cinquecentine e seicentine, carte geografiche, mappe, disegni e incisioni, e una cospicua raccolta di opere moderne e contemporanee che costituiscono il corpo forse meno noto dell’istituto. A ciò va aggiunto, a titolo di dotazione potenziale, quanto si pubblica nel territorio della provincia (dai libri alle riviste, agli audiovisivi, alla grafica, etc.) che deve, per legge nazionale, confluire nell’Oliveriana che riveste lo status di biblioteca provinciale.

Da ricordare, la collezione di 803 disegni realizzata dal marchese Antaldo Antaldi e ceduta alla biblioteca dal nipote Ciro Antaldi Santinelli: ritrovati nel 1922, sono di provenienza prevalentemente marchigiana, emiliana e toscana e datati dalla fine del quattrocento a tutto il settecento. Tra gli artisti presenti, speciale rilievo riveste Federico Barocci e la sua bottega, ma non si possono trascurare Claudio Ridolfi, Timoteo Viti, Guido Reni, Simone Cantarini e Giannandrea Lazzarini. Particolare rilevanza ha il disegno di Raffaello Sanzio, unico autografo raffaellesco rimasto nella ricca collezione Antaldi, che raffigura una figura acefala sul recto e una figura maschile nuda sul verso. Va segnalata, inoltre, la collezione di pergamene (più di 2.000) relative agli anni 1204-1796 che comprende soprattutto documenti pubblici. La pergamena più nota è la n. 1940 denominata Oliveriana World Map: una grande carta nautica databile tra il 1508 e il 1510 – la terza più antica al mondo -, che rappresenta un documento cartografico di rilevanza internazionale per ricchezza di particolari toponomastici e dimensioni.

Annibale degli Abbati Olivieri (1708-1789)
Archeologo e scrittore di storia patria, bibliofilo ed erudito di livello non comune, è stato uno degli eruditi più brillanti del settecento italiano. I suoi studi e le sue ricerche gli meritarono la stima dei massimi esponenti della cultura del tempo, come Scipione Maffei, Lodovico Antonio Muratori, Ruggero Boscovich, Paolo Mario Paciaudi, Angelo Calogerà, Apostolo Zeno. La vasta produzione letteraria, fra cui i ben noti Marmora Pisaurensia notis illustrata, abbracciò quasi tutti i campi dell’antiquaria e affrontò temi - mai trattati prima di lui - come la storia sacra e profana locale, l’epigrafia, la numismatica, la paleografia. Come archeologo e storico seppe, con acuta intuizione e senso di responsabilità, anticipare i tempi e sostenere con ampiezza di citazioni e argomentazioni, la tesi di un insediamento preromano nel territorio ove poi si sviluppò Pesaro.

palazzo Almerici via Mazza 97
proprietà e gestione Ente Olivieri

orario
Lunedì e Giovedì: 14,00 – 18,30
Martedì e Mercoledì: 9,00 – 18,30
Venerdì: 9,00 – 14,00

accesso disabili no
tel 0721 33344
ente.olivieri@oliveriana.pu.it
www.oliveriana.pu.it

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