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SHOOTING IN SARAJEVO

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A Pesaro - città gemellata con Sarajevo - la presentazione online del libro di Luigi Ottani a cura di Roberta Biagiarelli (Bottega Errante Edizioni), che racconta il lungo assedio balcanico attraverso foto fatte dagli stessi luoghi da cui i cecchini tenevano sotto scacco la città. Un assedio che compie 25 anni proprio nel 2021.

Martedì 19 gennaio alle 17.30, Pesaro accoglie una nuova tappa del tour di presentazione digitale del libro targato Bottega Errante Edizioni Shooting in Sarajevo, di Luigi Ottani, a cura di Roberta Biagiarelli: 128 pagine che documentano l’assedio di Sarajevo attraverso le fotografie del fotografo e giornalista che racconta da sempre temi sociali del contemporaneo e i testi inediti di alcune delle voci nazionali e internazionali più autorevoli.
L’evento si svolgerà in diretta Facebook sulle pagine dell’editore, del Comunehttps://www.facebook.com/ComuneDiPesaro e su Pesaro Cultura.

Il progetto editoriale è stato sostenuto dal Comune di Pesaro, in virtù di un legame forte e consolidato con Sarajevo: nel marzo 2018 la città ha sottoscritto un patto di gemellaggio con Novi Grad - Sarajevo, atto ufficiale che ha suggellato 20 anni di collaborazioni e scambi culturali e non solo.

Alla presentazione - pensata proprio in occasione dei primi 25 anni da quel conflitto tremendo e lunghissimo durato dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996 –, partecipano l’autore Luigi Ottani, la curatrice Roberta Biagiarelli, Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune e i rappresentanti delle associazioni locali che si impegnano proprio su quel territorio portando avanti progetti tra le città di Pesaro e Sarajevo: Elisa Gentiletti per Lutva, Bruna Castellani e Luca Pagnoni di Dario per Time for peace and development. Modera l’incontro Giuliano Geri, editor e traduttore che si occupa da molti anni di letterature dell’Est Europa.  

Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli hanno iniziato a lavorare al progetto nel 2015 seguendo un’idea ben precisa: fotografare Sarajevo dagli stessi luoghi da cui i cecchini tenevano sotto assedio la città e i suoi abitanti 25 anni prima. Gli appartamenti di Grbavica, l’Holiday Inn, la caserma Maresciallo Tito, le postazioni di montagna, sono divenuti il punto di vista ideale per perdersi nella mente di chi, da quelle stesse postazioni, inquadrava per uccidere. Gli autori si sono avvalsi dell’amichevole complicità di due sarajevesi d’eccezione: Azra Nuhefendić e del veterano di guerra Jovan Divjak, oltre che del giornalista-scrittore Gigi Riva, cittadino onorario di Sarajevo, e del fotoreporter Mario Boccia.  

 

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